Le società che fanno funzionare gli impianti in Piemonte denunciano ricavi quasi dimezzati rispetto alla media degli anni scorsi e per questo lanciano un appello alla politica.
“In Trentino il fatturato del settore è salito del 4,9%, da noi invece è crollato”, dice Giampiero Orleoni, presidente di Arpiet, associazione delle stazioni sciistiche piemontesi, che fa parte dell’Unione industriale di Torino.
Tra il 2012 e il 2015 i ricavi da skipass registrati dal comparto in Piemonte sono stati pari a 46,3 milioni medi annui, mentre dall’inizio di questa stagione a fine febbraio le vendite si sono fermate a 26,3 milioni, cioè il 43% in meno. Questa corsa verso il basso ha caratterizzato soprattutto gli affari dei comprensori sciistici cuneesi (meno 57%) e della zona orientale del Piemonte (meno 57%), un po’ meno dolorosa per le stazioni delle valli Olimpiche (meno 37%). Tra siccità e caldo il numero di sciatori si è dimezzato, così come sono saltati cento posti di lavoro (quasi tutti stagionali) sui 538 generati nelle stagioni passate.
“La scarsa disponibilità di neve che si sta verificando ciclicamente ha portato i protagonisti del turismo montano ad avviare un confronto politico. È necessario non focalizzarsi solo su solizioni per fronteggiare l’emergenza del momento, ma creare un piano di azione e una strategia per rafforzare il prodotto turistico invernale ed estivo”, dice Orleoni.
L’Arpiet chiede ammortizzatori sociali per i lavoratori, sostegno agli investimenti, contributi per la sicurezza, meno accise sul gasolio dei battipista ma soprattutto la concorrenza sleale delle Regioni a statuto speciale (Trentino e Valle d’Aosta), che foraggiano il settore neve con centinaia di milioni.
“Avevo la sensazione che questa stagione sarebbe stata difficile, ma non ero consapevole che il problema fosse di queste dimensioni. Mi colpisce molto questo doppio binario tra le Regioni. Occorre avviare una ricognizione sul sostegno al settore per poter mettere tutti sullo stesso piano. Cercherò di affrontare l’argomento già nella prossima legge di Stabilità”, ha detto Enrico Costa, ministro per gli Affari regionali.