Bari, da Tar Puglia arriva primo no a ricorsi contro tassa di soggiorno

Il Tar della Puglia ha respinto le richieste cautelari di sospensiva presentate da Federalberghi Puglia e dall’associazione Extralberghiero Terra di Bari contro la tassa di soggiorno istituita lo scorso luglio dal Comune di Bari. I giudici amministrativi, rilevano che le istanze presentate “meritano un approfondimento incompatibile con l’attuale fase cautelare,  e che quanto al profilo del danno grave e irreparabile, non si evince il pericolo paventato dai ricorrenti sul corretto utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno, considerato anche che il procedimento non risulta ancora concluso e dette risorse saranno comunque destinate al turismo ed in modo coerente alla disciplina di settore”.

Federalberghi e l’associazione Extralberghiero avevano chiesto “l’annullamento previa sospensione di tutti gli atti adottati dall’amministrazione comunale perché frutto di uno sviamento di potere e di una plateale carenza istruttoria, tradottasi nell’adozione di una imposta di soggiorno in assenza della corretta e completa individuazione dei soggetti passivi, di un censimento reale delle attività sul territorio e del rispetto dei principi cardine del sistema contributivo e tributario, nonché del doveroso vincolo di destinazione delle risorse ottenute da detta imposizione”.
Federalberghi aveva anche denunciato l’assenza di un “confronto reale con il partenariato sociale e di una strategia e pianificazione sul turismo a Bari”.

Ma Federalberghi Puglia annuncia che presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro il rigetto della sospensiva.  Il provvedimento viene ritenuto da Federlalberghi Puglia “ingiusto, in quanto non viene riconosciuto il danno grave e irreparabile”.
“Il Comune di Bari – sostengono dall’associazione – ha confessato di non aver concluso il procedimento prima di imporre la tassa di soggiorno, cosa che avrebbe potuto fare. Per legge, infatti, l’individuazione della destinazione dei proventi della tassa di soggiorno deve essere preventiva e non postuma alla raccolta. Non basta, infatti, affermare strumentalmente che le  somme saranno destinate al turismo, ma occorre specificare come e quando le stesse saranno partitamente impiegate. L’ordinanza del Tar – è la critica di Federalberghi – sembra scritta credendo a una mera affermazione resa dai difensori tecnici, e non dal Comune, per questo merita di essere impugnata”.

“Le tesi della Federalberghi – dichiara Francesco Caizzi, vicepresidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi – a sostegno della lunga battaglia contro un’imposta iniqua e inopportuna sono il fulcro del ricorso. Primo fra tutti il drammatico problema dell’abusivismo ricettivo che invade le strutture cittadine e contabilizza oltre il 50% di evasione, vale a dire più di 800 strutture ricettive
completamente ‘a nero’ per oltre 50mila presenze al mese che, quindi, non pagano alcuna imposta di soggiorno”.

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