Sant’Efisio diventa Patrimonio dell’Umanità?

“Viviamo in un territorio dove il patrimonio immateriale, fatto di ambiente, natura, cultura, storia, archeologia e crocevia di popoli, è davvero tangibile. Da qui la necessità di intraprendere un percorso e delle azioni che attraverso la salvaguardia e la valorizzazione si possa poi tradurre in sviluppo economico in una logica di turismo sostenibile e responsabile”. È quanto ha affermato Barbara Argiolas, assessore al Turismo del Comune di Cagliari, spiegando il contesto su cui si inserisce la candidatura della Festa di Sant’Efisio a patrimonio dell’Unesco.

La candidatura si basa oltre che sul protocollo di salvaguardia, sul turismo sostenibile e responsabile che ha richiesto oltre due anni di lavoro non soltanto di Cagliari città, ma di tutte le comunità del Sud Sardegna, di altre municipalità, imprese, Curia, Soprintendenza, Direzione Regionale dei Beni Culturali.

“Il terzo elemento – ha sottolineato l’assessore – è la grande progettualità di condivisione e partecipazione nata con il percorso di candidatura di Cagliari e della Sardegna a Capitale Europea della Cultura”.

‘Sant’Efisio’, sarebbe per la Sardegna il terzo riconoscimento dopo il ‘Canto a tenore’, nel 2008, e la ‘Discesa dei Candelieri’ di Sassari che lo ha invece ricevuto l’anno scorso.
Della categoria del patrimonio materiale Unesco fa parte il Nuraghe di Barumini dal 1997.

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