Dopo che la gara per assegnare le rotte tra gli scali sardi di Cagliari, Alghero e Olbia e quelli di Roma e Milano è andata deserta, con Alitalia e Meridiana Fly che si sono ritirate all'ultimo momento, è a rischio la mobilità dei sardi.
A meno che non intervenga prontamente la Regione, riproponendo la gara internazionale sullo schema di quella appena andata deserta o ricorrendo alla trattativa privata per assegnare le tratte o alla gestione delle rotte in joint venture o partnership.
Per imporre gli oneri di servizio pubblico sui cieli sardi sono disponibili 57,5 milioni di euro che servono per compensare i vettori sulla base delle tariffe decise dalla conferenza di servizio: 45 euro da e per Roma, 55 euro da e per Milano, sia per residenti, sia per non residenti in Sardegna. All'orizzonte la scadenza del 1 giugno per la proroga della continuità territoriale aerea con il vecchio regime e quella di fine settembre per le tratte tra gli aeroporti sardi e quelli cosiddetti 'minori' della Penisola (tra cui Torino e Firenze) per le quali si deve ancora riunire la conferenza di servizi.
Nel mezzo la stagione estiva, ormai alle porte: affidarsi al libero mercato potrebbe rivelarsi un boomerang nel caso di aumenti incontrollati delle tariffe, con l'alternativa dei vettori low cost. Il centrosinistra, che ha presentato una mozione urgente con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale, punta il dito contro la giunta regionale, che intanto ha già predisposto le contromosse. "Abbiamo già avuto contatti con l'Enac, il ministero dei Trasporti e Bruxelles per garantire il diritto di mobilità dei sardi – spiega l'assessore regionale dei Trasporti, Christian Solinas – dobbiamo fare prestissimo".