A 10 giorni dal lancio della petizione per la sostituzione del presidente dell’Airgest, si fa sempre più concreta la mobilitazione da parte del mondo politico e associativo e della stessa Ryanair per rimettere al centro l’aeroporto di Trapani che negli ultimi mesi ha subito un crollo di passeggeri.
“Dopo mesi di silenzio – nota Luca Sciacchitano, titolare First Web e tra i promotori della petizione – a poche ore dal lancio della nostra petizione già si registrava l’intervento del sindaco di Marsala, Giulia Adamo, ad avallo delle nostre richieste. Qualche giorno dopo, un comunicato stampa informava la cittadinanza che il sindaco di Trapani aveva incontrato l’assessore regionale al turismo per discutere di rilancio dell’aeroporto di Trapani ed utilizzo dei fondi infrastrutturali stanziati.
Di rilancio dell’aeroporto, il giorno dopo, ha parlato anche il presidente della Provincia di Trapani, Ingroia, chiedendo un tavolo tecnico per affrontare il calo dei voli registrato dall’aeroporto.
Ultima in ordine di tempo, ma non per questo meno importante, l’associazione Turismo & Territorio che, rivolgendosi ai comuni, chiede di ottemperare agli accordi presi con Ryanair relativamente all’accordo di Co-Marketing. Infine, perfino Ryanair annuncia nuove offerte a 19,99 euro all’aeroporto di Trapani per rilanciare il trend negativo di passeggeri sullo scalo provinciale.
Sulla carta, adesso, ci sono 20 milioni di fondi per le infrastrutture aeroportuali di Trapani e Palermo, altri 5 milioni in finanziaria per il ristoro della guerra in Libia, i soldi che i comuni (approvati i bilanci) daranno ad Airgest e le tasse aeroportuali che Airgest incamera da quando ha ottenuto la concessione. Inoltre, c’è un mondo là fuori che vola con centinaia di vettori, a prescindere da Ryanair. Decine di vettori che volano sugli scali aeroportuali italiani e che bisogna portare anche sullo scalo di Trapani. Insomma non ci sono più scuse e quel -10% di passeggeri non può e non deve più esistere nel futuro”.