Birgi, operazioni militari negano ancora piena attività scalo

Allarme del movimento Turismo e territorio preoccupato anche delle sorti economiche dell’Airgest

L'occupazione militare dell'aeroporto di Trapani, utilizzato dalle forze Nato per le missioni in Libia, si protrarrà ancora, almeno fino a fine anno. A lanciare l'allarme è il movimento Turismo e territorio, nato sulle ali della protesta per la chiusura di Birgi quando iniziò la guerra contro Gheddafi.
"A causa della nota occupazione militare che perdura da mesi e che, con molta probabilità, si protrarrà sino al 31 dicembre (e forse oltre, chi può dirlo) – sottolinea il portavoce del movimento Paolo Salone – il Vincenzo Florio ha visto crollare il numero dei voli operati, il numero dei passeggeri in transito, il valore delle entrate derivanti dai servizi 'aviation' e 'non-aviation', perdendo credibilità e capacità attrattive non solo nei confronti di Ryanair".
L'associazione infatti rende noto che nel corso di un incontro con i vertici di Airgest è emerso come, a differenza di quanto promesso dal ministro della Difesa, l'aeroporto civile non sarà ‘liberato' entro la fine del mese di settembre.
"Non sappiamo – aggiunge Salone – se e quando i militari delle Nato libereranno le piazzole di sosta degli aeromobili presenti all'interno dell'aeroporto civile favorendo la possibilità per la Ryanair e altre compagnie di allocare nuovamente i propri mezzi. Quindi, non possiamo programmare i nostri investimenti pubblicitari, non possiamo pianificare le nostre esigenze in termini di risorse umane e collaboratori, non possiamo prevedere alcun tipo di flusso in ingresso".
Inoltre l'associazione è venuta a conoscenza della preoccupante situazione debitoria in cui si trova l'Airgest. "Non possiamo e non vogliamo entrare nel merito delle questioni, poiché le nostre informazioni a riguardo sono carenti e contrastanti. A prescindere dalle singole istanze e posizioni, intendiamo però sollecitare l'amministrazione provinciale e le forze economiche private in campo ad intervenire perentoriamente a sostegno dell'Airgest. Siamo disponibili – conclude – a fare la nostra parte, sostenendo un eventuale movimento di azionariato popolare che miri a trasformare gli operatori turistici del territorio in soci di minoranza della società di gestione dello scalo nonché ad intervenire massicciamente con investimenti pubblicitari a favore della stessa".

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