Faro del governo su Fontanarossa dopo scontro Urso-Schifani

Il governo accende i riflettori sull’aeroporto catanese di Fontanarossa dopo il rogo, il 16 luglio scorso nel Terminal A, dove si continuano a montare tensostrutture di supporto all’area partenze per agevolare la gestione dei flussi di passeggeri.

Voli cancellati e dirottati sugli altri scali siciliani hanno messo in ginocchio il sistema dei trasporti aerei nel periodo
estivo, con l’arrivo di centinaia di migliaia di viaggiatori, con ritardi negli arrivi e partenze, nella consegna dei bagagli,
a Trapani, Palermo e Comiso, oltre che a Catania.

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso è duro: “Ormai è evidente che ci sia stata una mancata programmazione e che siano state carenti le verifiche sui programmi infrastrutturali, annunciati e mai realizzati. Il danno al sistema produttivo di Catania e della Sicilia orientale è grave, sia per l’impatto immediato, e non solo sul campo turistico nel pieno della stagione, sia per quello reputazionale, che rischia di perdurare nel tempo. È passata una settimana e ancora non è chiaro quando ritorneremo alla cosiddetta normalità”.

A stretto giro risponde il presidente della Regione siciliana Renato Schifani: “C’è chi, come il ministro Urso, preferisce alimentare sterili polemiche adombrando dubbi su carenze infrastrutturali di un sistema aeroportuale che, ricordo al ministro, sino alla vigilia dell’incidente individuava in Fontanarossa un significativo hub internazionale, sia sotto il profilo dei movimenti aerei e passeggeri, che sulla qualità dei servizi di terra”.

La controreplica di Urso arriva in serata: “Nessuna vis polemica e massima collaborazione come sempre”, dice, ma “ho il dovere istituzionale di far presente quali siano le gravi ricadute”.

Urso fa comunque sapere di aver già interessato il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Galeazzo Bignami, con delega al trasporto aereo, “con cui mi sono sentito sin dalle prime ore dopo l’incidente. In tal senso solleciterò precise spiegazioni a Sac ed Enac, per quanto di loro competenza”.

E subito dopo la presa di posizione di Urso, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini fa sapere che convocherà al più presto tutti i soggetti interessati alla gestione dell’aeroporto di Catania. Nel caso dello scalo etneo – dice il Mit – l’obiettivo è accelerare il  ritorno alla normalità. Da parte del Ministero è confermato “il pieno spirito collaborativo, anche se la competenza diretta sulla gestione dell’aeroporto di Catania non è del dicastero di Porta Pia”. Salvini ribadisce la disponibilità a mettere a disposizione anche un supporto tecnico per fare piena luce sulla situazione.

Il presidente di Assoesercenti Sicilia, Salvo Politino, stima “una perdita di circa 40 milioni di euro al giorno in Sicilia”
per la situazione negli aeroporti. E su questo tema il ministro del made in Italy aggiunge:  “Né sappiamo cosa si intenda fare per recuperare i ritardi nel programmare lo sviluppo di un aeroporto ormai sovraccarico. Comprendo le proteste della associazioni di impresa e dei sindacati e anche il grande senso di responsabilità e di servizio del nuovo sindaco Enrico Trantino. In una città che potrebbe diventare un polo di sviluppo nazionale ed europeo, questa situazione non è
tollerabile”.

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