No alla vendita delle opere conservati all’interno del San Domenico Palace hotel di Taormina. La Soprintendenza di Messina ha infatti vietato alla casa d’aste Bonino, che ne ha messo i beni in vendita il 1° marzo, di sospendere tutto. E così, come racconta Repubblica.it, lo scorso 19 marzo sul sito della casa d’aste è stato rimosso l’elenco dei beni del San Domenico, con questa avvertenza: “A seguito di diffida della Soprintendenza di Messina, il link al catalogo dei lotti afferenti all’hotel San Domenico è stato temporaneamente disattivato”.
In ballo ci sono le sorti di 167 opere tra quadri di pregio, bassorilievi, portali di accesso alla sacrestia, perfino giare, panche, librerie e il sarcofago di un rampollo della famiglia Corvaja, morto all’età di 17 anni. Opere che la “Bonino” stima, al massimo, valgano poco più di un milione 700 mila euro: dal piatto di 50 euro al portale monumentale di 150 mila. Ma che secondo la Soprintendenza valgono di più: valgono la tutela. Non singolarmente ma tutte assieme, secondo la Soprintendenza, costituiscono il corpus inestimabile di uno degli alberghi più famosi al mondo.
Per la Soprintendenza, infatti, i lotti del San Domenico, 167 su 637 di tutte le opere degli alberghi siciliani battute all’asta, possono essere venduti, anche singolarmente al compratore, ma non possono essere separati l’uno dall’altro e rimossi dal San Domenico.