La notizia che il Tar ha bocciato il ricorso di Airbnb e dovrà quindi sottostare alla legge sugli affitti brevi, che impone di riscuotere la cedolare secca sulle locazioni brevi e comunicare all’Agenzia delle Entrate i nomi dei locatari e relativi redditi, conferma quanto più volte sostenuto dalla sezione di Federalberghi Extra Palermo anche relativamente alle modalità del rapporto intrattenuto dal Comune di Palermo con il colosso degli affitti online.
“In questo senso la sezione Extra di Federalberghi Palermo – sottolinea Francesco Ponte coordinatore della sezione – ha evidenziato, in più occasioni dove erano presenti, sia i rappresentanti nazionali di Airbnb che l’amministrazione comunale, come il portale tuteli anche le strutture e le locazioni abusive non comunicando i dati dei singoli host che versano la tassa di soggiorno”. “Confidiamo a questo punto – aggiunge Danilo Alongi delegato Extra Palermo per i rapporti con il nazionale – che il Comune di Palermo, così come altri, rivaluti bene gli accordi con soggetti che, come Airbnb non hanno vergogna ad evadere le tasse prendendosi gioco anche delle leggi dello Stato. Troviamo, infine, poco rispettoso, che si presti il fianco ad operazioni di marketing di multinazionali che oggi hanno poco a che vedere con la vera sharing economy come già compreso da numerose città europee”.