Acireale destinazione dormitorio, tassa soggiorno impensabile

Gli albergatori acesi hanno ribadito la loro contrarierà in un incontro con l’amministrazione

Gli albergatori di Acireale hanno ribadito il loro no alla tassa di soggiorno davanti all'amministrazione comunale. Con deliberazione n. 38 del 23 maggio 2012, infatti, la giunta municipale ha preso atto dello schema di regolamento proposto dagli uffici al turismo per l'applicazione della tassa di soggiorno.
A seguito di tale delibera, lo scorso 4 giugno, sono stati convocati i rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative ed i titolari delle strutture ricettive di Acireale. L'incontro, che ha visto tra gli altri la partecipazione dell'assessore al turismo, Maria Nives Leonardi; del funzionario responsabile del settore turismo, Antonino Molino; del presidente di Acirealehotels, Andrea Cavallaro; del presidente Confcommercio di Acireale, Francesco Sorbello; del vice presidente di Federalberghi Catania, Santo Primavera, si è concluso con un "NO all'applicazione della tassa di soggiorno ad Acireale" per tutta una serie di gravi motivi ampiamente esposti in un documento che gli albergatori acesi hanno protocollato all'amministrazione comunale e sottoscritto univocamente.
"Acireale, purtroppo – si legge nel documento – non è una destinazione turistica, quindi è ancor più penalizzata delle altre destinazioni quali Taormina, Catania, Siracusa, Palermo, Cefalù. I tour operator hanno da sempre utilizzato Acireale come "destinazione dormitorio" per il prodotto "giro di Sicilia", prodotto sempre meno richiesto dai turisti stranieri e sempre meno remunerativo per gli alberghi. In un contesto del genere – si legge ancora – l'istituzione della tassa di soggiorno ad Acireale è poco opportuna: di fatto vorrebbe dire allontanare ulteriormente quei pochi turisti e tour operator che fino ad oggi hanno scelto Acireale quale destinazione dormitorio.
Gli albergatori acesi, raggruppati in Acirealehotels scarl, associazione ADACE e Federalberghi Catania, chiedono che la tassa di soggiorno non venga applicata per evitare ulteriori chiusure di esercizi alberghieri, con relativi licenziamenti di personale. Rivolgono al contempo – conclude la nota – un appello al sindaco ed al consiglio comunale sollecitandoli ad adottare il modus operandi del buon padre di famiglia e non imporre aumenti spropositati di aliquote relativamente alla Tarsi e all'Imu n tale frangente".

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