“La situazione che emerge da questo inizio di 2025, con le dimissioni del presidente della Fondazione Orestiadi e alcune defaillance legate al titolo di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura, invitano a riflettere su due aspetti cruciali: il rapporto tra cultura e turismo e la gestione strategica del territorio. La cultura e il turismo rappresentano due risorse complementari per territori come Agrigento e Gibellina. Tuttavia, per massimizzarne il potenziale, occorre un approccio sinergico”. Lo dice in una nota stampa il presidente nazionale di Assoturismo, Vittorio Messina, intervenendo sul rapporto tra cultura e turismo alla luce i due straordinarie occasioni per la Sicilia come Agrigento 2025 e Gibellina 2026.
Secondo Messina “le iniziative legate al titolo di Capitale della Cultura non dovrebbero limitarsi a eventi temporanei, ma mirare a lasciare una eredità duratura in termini di infrastrutture, valorizzazione del patrimonio e formazione di competenze. L’obiettivo non è solo aumentare i flussi turistici, ma anche attirare visitatori interessati a scoprire l’identità culturale del territorio, creando un circolo virtuoso tra economia e valorizzazione del patrimonio. Tuttavia, se gli eventi che caratterizzano questi due anni speciali – 2025 per Agrigento e 2026 per Gibellina – rappresentano una doppia opportunità irripetibile per tutta la Sicilia occidentale, affinché tali occasioni non si trasformino in sperperi o conflitti, è necessaria una visione condivisa. È fondamentale che istituzioni, enti culturali, imprese e comunità collaborino per perseguire obiettivi comuni, evitando rivalità o contese di tipo personale e politico. Occorre poi una pianificazione a lungo termine e quindi investire in una strategia che guardi oltre l’anno di celebrazione, per garantire che i benefici economici e culturali siano distribuiti nel tempo. L’avvio di Agrigento 2025 dimostra che ancora manca una governance stabile e condivisa, ma anche che chi lavora alla confezione del programma non subisce lo stress della cronopenia. Questo potrebbe essere evitato con una programmazione più partecipativa e un coinvolgimento dei diversi attori locali. Nel 2026 Gibellina, con il titolo di Capitale Italiana delle Città d’Arte, avrà l’occasione di diventare un esempio di come l’arte e la cultura contemporanea possano rigenerare un territorio. La città, rinata dopo il terremoto del Belìce, può insegnare che la cultura è resilienza e può trasformarsi in motore di sviluppo. La gestione di un titolo di tale prestigio richiede una narrazione forte e ben comunicata, capace di attrarre attenzione internazionale”, conclude Messina.