“Aiutateci a non scomparire”: arriva dall’ultima assemblea dell’Associazione Borghi più Belli di Sicilia, che si è svolta a Cefalù, l’appello alla politica e alle istituzioni per fronteggiare lo spopolamento dei borghi e delle aree interne in generale. Un problema per cui anche la perdita di poche decine di abitanti ogni anno significa un danno importante, ma soprattutto getta ombre sul futuro per una tendenza che, se non è arrestata, significherà tra qualche anno la scomparsa prima dei servizi essenziali e poi di interi borghi.
A confermare il grido d’allarme tutti i 23 borghi del circuito. Dai dati nazionali i borghi sono sottoposti a uno spopolamento del 4,2% annuo; un dato che preoccupa perché aumenterà nel decennio 2020-2030 arrivando al 4,4%, rispetto a una dinamica nazionale del 2,8%. La perdita di servizi è solo la prima conseguenza più evidente dello spopolamento.
“Quello che sta succedendo in termini di disastri ambientali, è anche responsabilità dell’abbandono del territorio, che è sempre più lasciato in balia di frane, incendi, senza avere la giusta cura e manutenzione – spiega Pippo Simone, vicepresidente nazionale dell’Associazione Borghi più Belli d’Italia e già sindaco di Montalbano Elicona-. Questo peggiorerà nei prossimi anni, aumentando la fragilità dei nostri territori».
L’assemblea ha deciso dunque di sollevare la questione insieme a un comitato scientifico che studi i dati e proponga delle soluzioni che saranno poi proposte alla politica. “Se i cittadini perdono la fiducia e vivono in una condizione di grave preoccupazione allora abbiamo perso la partita- ha detto il sindaco di Cefalù Daniele Tumminello, che ha ospitato i lavori della giornata- La nostra associazione deve essere il megafono per portare sui tavoli della politica questioni di sopravvivenza essenziali che oggi sono fortemente a rischio”.
Durante i lavori è stato riconosciuto in maniera unanime il ruolo del circuito dei Borghi più Belli che in questi anni ha fatto crescere i flussi turistici, aprendo anche i piccoli borghi ad arrivi di un turismo locale, ma anche straniero. Su questo la rete siciliana vuole continuare ad investire con un’azione sempre più organizzata di comunicazione e promozione, anche ispirandosi a realtà più avanzate in Italia con cui sta aprendo dei fronti di dialogo.