Concerti all’Ara di Ierone, Rosano: evitiamo spreco di denaro

“Stop allo spreco di denaro. Anziché edificare una tribuna all’Ara di Ierone, si tengono i concerti in programma al Teatro Greco di Siracusa”. Così Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa che spiega, fatti alla mano, la propria posizione: “Sembra ormai certo che il Teatro Greco di Siracusa rimarrà coperto dal legname che riveste la cavea sino alla conclusione de “Le quattro stagioni” di Peparini per i ministri dell’Agricoltura del G7, presenti a Siracusa dal 26 al 28 settembre prossimi. Quindi se la ragione di trasferire le performance musicali dal Teatro Greco all’Ara di Ierone era di evitare che, dopo le rappresentazioni classiche, gli scalini del koilon venissero ulteriormente imbucati dentro il tavolato, adesso tale movente non persiste più. Secondo: se così è, perché continuare a contaminare l’Ara di Ierone e sperperare il denaro dei contribuenti, si parla di circa 1 milione di euro, occorrenti per realizzare la non certo edificante tribuna? Terzo: tenuto conto che i grandi nomi dello spettacolo internazionale, come Peparini solo per citarne uno, non riterrebbero appropriato esibirsi sulla costruenda struttura precaria, perché, allora, utilizzando il senso della ragione, gli spettacoli in programma non vengono (ri)spostati al Teatro Greco? Quarto: oltre a evitare il dispendio di denaro pubblico, si potrebbero “recuperare” anche altri grandi nomi dello spettacolo, proponendo loro la garanzia di esibirsi al Teatro Greco, in grado di ospitare oltre 4mila persone, diversamente della piattaforma dell’Ara di Ierone che ne conterrà circa duemila; ammesso che gli spettacoli in programma abbiano la capacità di richiamare tali presenze.

Basandoci sull’esperienza e dai dati raccolti sull’affluenza di pubblico registrato lo scorso anno al Teatro Greco – continua Rosano – il richiamo dei grandi artisti internazionali ha generato ricavi per soggiorni nelle strutture ricettive, ristoranti, bar, tassisti, ecc. e conseguentemente un rilevante impatto economico per Siracusa. A questo punto il rischio che si corre (vale la pena correrlo?) e che non possiamo permetterci, è quello di collocare sul palcoscenico dell’Ara di Ierone spettacoli “a uso e consumo locale” e per puro egocentrismo. Insistendo su tale opzione si creerà soltanto un turismo da toccata e fuga di cui la nostra città non ha alcun bisogno”.

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