Un cantiere di scavo sull’acropoli di Selinunte che diventa scoperta ma anche momento divulgativo. La tredicesima campagna di scavo della New York University e dell’Università Statale di Milano, in convenzione con il Parco Archeologico di Selinunte, svoltasi dal 7 giugno al 5 luglio, sta fornendo esiti inaspettati. Alla missione, hanno partecipato oltre 50 tra studenti ed esperti di Archeologia, di otto diversi Paesi. Gli esiti della campagna e l’importanza di questi ritrovamenti sono stati illustrati da Clemente Marconi, che ha diretto la missione archeologica, attraverso una visita guidata. L’incontro è stato organizzato nell’ambito de “I Cantieri della Conoscenza” promossi dall’architetto Bernardo Agrò, neo direttore del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria.
“Nel solco della filosofia e della organica riorganizzazione dei parchi archeologici di Sicilia voluta da Sebastiano Tusa e perseguita con grande passione dal Presidente Nello Musumeci – spiega Agrò – si inserisce la formula dei cantieri aperti, che costituisce un ruolo fondamentale della divulgazione delle nostre attività attraverso la metodica dell’archeologia partecipata”.
“Da sempre – gli fa eco il prof. Marconi – l’obiettivo della nostra missione è l’ ‘archeologia partecipata’ e la condivisione dei risultati delle nostre ricerche con la popolazione che abita questo straordinario territorio e che ha tanto a cuore il proprio patrimonio culturale. Grazie a ‘I Cantieri della Conoscenza’ tutto questo diventa una realtà a Selinunte”.
Quest’anno lo scavo si è concentrato sull’approfondimento delle due trincee aperte lo scorso anno lungo il lato sud del Tempio R e tra il lato ovest dello stesso tempio e quello sud del Tempio C. Lo scavo ha prodotto risultati della massima importanza, relativamente alle fasi più antiche di occupazione greca del grande santuario urbano e alle attività associate alla costruzione prima del Tempio R e poi del Tempio C. Quanto al santuario, la missione ha portato alla luce una struttura rettilinea con fondazione in schegge di calcare e elevato in mattoni crudi. Grazie a questa scoperta è possibile stabilire che l’edificio aveva una lunghezza di 4.5 metri, ed era posizionato subito a est del più recente Tempio R, con lo stesso orientamento est-ovest. Databile nell’ultimo quarto del VII secolo a.C., la struttura è stata rasata con cura in occasione della costruzione del Tempio R nel primo quarto del VI secolo a.C. Sulla base della collocazione e dei materiali associati, questo edificio, tra i più antichi di fase greca fin qui identificati a Selinunte, aveva con ogni probabilità una funzione sacrale. Di particolare importanza è il rinvenimento, nello strato di preparazione dell’area circostante, della deposizione votiva di un palco di cervo rosso (Cervus Elaphus) perfettamente conservato.
Per le fasi di costruzione e uso del Tempio R, due scoperte significative sono state due buche di palo, funzionali al sollevamento dei blocchi dell’edificio, e un altare cavo per libagioni perfettamente conservato. Una scoperta della massima importanza da questo contesto è la deposizione votiva di due corna di un toro (Bos Taurus) adulto di grandi dimensioni. Si tratta della prima evidenza archeologica per il sacrificio di tori nel grande santuario urbano di Selinunte.
Infine, il saggio tra Tempio R e Tempio C ha permesso di mettere completamente in luce le fondazioni di quest’ultimo edificio, rivelando come la pendenza attuale di questo settore dell’acropoli sia stata realizzata artificialmente in occasione della costruzione di questo tempio monumentale.