L’immersione tra i tesori artistici per migliorare la qualità di vita delle persone più fragili: è il progetto “Arte come come cura. La bellezza che ci appartiene”, rivolto ai pazienti affetti da demenza e alle loro famiglie per il recupero della memoria autobiografica. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla convenzione sottoscritta dalla Galleria regionale della Sicilia “Palazzo Abatellis”, per conto dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, e dal Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, dipartimento di Medicina integrata, diretto dal professore Mario Barbagallo.
“Ben vengano iniziative come questa in cui l’arte si mette al servizio dei più fragili – ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – favorendone processi cognitivi ed evocativi. L’auspicio è che progetti come questo possano svilupparsi anche in altri siti, in cui accanto alla normale fruizione si possa pensare ad una più ampia funzione sociologica. L’arte, in tutte le sue forme, si conferma un potente strumento di comunicazione”.
“L’arteterapia è uno strumento da valorizzare. La sanità non è solo farmaci e cure, ma anche sostegno al recupero psicofisico attraverso l’arte – sottolinea il commissario straordinario del Policlinico, Salvatore Iacolino – Gli studi sull’umanizzazione delle cure hanno evidenziato come l’attenzione alle condizioni di benessere psicofisico del malato e dei suoi familiari migliori il processo di guarigione”.
Sei in tutto gli incontri tematici che si sono svolti, durante lo scorso autunno, nelle sale espositive e nell’aula didattica di Palazzo Abatellis, nel corso della attività museale ordinaria, curati e condotti dalla dottoressa Flora Inzerillo, responsabile dell’ambulatorio di Psicologia clinica dell’Unità operativa complessa di Geriatria, in collaborazione con il personale tecnico della Galleria, composto sia dagli addetti alla formazione permanente che dagli addetti ai laboratori di restauro. I sei percorsi, svolti dallo staff di terapeuti, sono stati articolati ciascuno in due fasi. La prima volta a stimolare i pazienti e i caregiver alla visione partecipata delle opere d’arte selezionate per ogni percorso, la successiva a carattere laboratoriale, in cui il gruppo ha esercitato attività specifiche come la scrittura, la manipolazione, il disegno, in coerenza con i sei temi individuati, ossia paesaggio interiore, ritratti familiari, autoritratto, corpo, vita quotidiana, oggetti e immagini, spazio urbano.