"Pullman carichi di turisti arrivano a Gela, la domenica, per visitare oltre al museo anche le Mura Timoleontee di Caposoprano (fortificazioni greche del IV secolo avanti Cristo) ma sono costretti ad andare via perché il sito archeologico quel giorno è chiuso per mancanza di personale. E allora sarebbe meglio risotterrare tutto e lasciarlo alle future generazioni". Ecco la proposta chiaramente provocatoria contenuta in una lettera aperta della sezione gelese dell'Archeoclub, diretta al dipartimento regionale dei Beni culturali, con cui si segnala anche lo stato di trascuratezza in cui versano altre importanti vestigia come il Castelluccio, i Bagni Greci, l'Acropoli, il Bosco Littorio. “Da tempo – scrive il presidente, Nuccio Mulè – l'Archeoclub si sarebbe offerto di intervenire per dare un contributo riguardo la carenza di personale, ma a Palermo si rimane sordi". Versano così nell'abbandono i centri protostorici di Disueri e Manfria, il complesso santuale di Bitalemi, per finire con le Mura Federiciane della città rinascimentale e la Torre di Manfria".
Mulè sottolinea infatti che a Gela sono fruibili solo il museo e la vicina Acropoli. Resta invece tra i buoni propositi l'annunciato, ma mai realizzato, "Museo del Mare", in attesa di ricevere i reperti, restaurati in Inghilterra, della prima delle tre antiche navi greche scoperte nei fondali del mare di contrada Bulala.