Dopo un anno e mezzo di chiusura a Bagheria ha riaperto i battenti Villa Cattolica, sede del Museo Guttuso. All’inaugurazione di ieri erano presenti Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars; Leoluca Orlando, sindaco della Città metropolitana di Palermo; Andrea Cusumano, assessore alla Cultura di Palermo; Fabrizio Micari, Rettore dell’Università di Palermo; i registi Giuseppe Tornatore e Pif; l’attore Francesco Scianna. Presenti anche Patrizio Cinque, sindaco di Bagheria; Romina Aiello, assessore alla Cultura; Fabio Carapezza Guttuso, fondatore degli Archivi Guttuso.
Dopo aver deposto una corona di fiori sull’arca monumentale che accoglie le spoglie del Maestro Renato Guttuso, si è svolta l’esibizione del Coro Laudate Dominum di Bagheria. Alle 19 l’ingresso è stato aperto al pubblico con visite guidate al complesso monumentale di Villa Cattolica.
La serata si è conclusa alle 21.30 con i giochi d’artificio.
Villa Cattolica ha subito una operazione di restyling che la svelerà in tutta la sua bellezza. Oltre al restauro della Villa è stato rivisitato anche l’allestimento delle 1500 opere. Molte sono quelle di artisti amici di Guttuso come Pippo Rizzo, Lia Pasqualino Noto, Carlo Levi, Alberto Ziveri, Augusto Perez, Antonietta Raphael Mafai, Corrado Cagli, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Edouard Pignon, Sergio Vacchi, Armando De Stefano, Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa.
Il primo nucleo fu donato da Guttuso nel 1973 e venne esposto nel piano nobile della villa. Nel 1984, con l’acquisizione dell’intero complesso monumentale, venne riordinato il percorso espositivo anche attraverso nuove donazioni di Fabio Carapezza, figlio adottivo di Guttuso.
Il patrimonio del museo è stato arricchito a partire dal 2004 dall’apertura di una sezione dedicata al manifesto cinematografico. Un’altra sezione è dedicata ai maestri siciliani della fotografia, tra i quali Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore. La sezione etnografica è destinata al carretto siciliano e, in particolare, alla famiglia Ducato di Bagheria. “Artigiani di pregio” li aveva definiti Guttuso.