E’ stato approvato dalla giunta siciliana il testo dell’articolato che cambia il sistema di utilizzo dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti nei siti culturali regionali. La nuova norma, attualmente in discussione in commissione Bilancio all’Ars prevede che fino al 30% gli introiti possano essere direttamente gestiti dai responsabili dei siti senza passare dalle lungaggini burocratiche di affidamento in convenzione ai Comuni che, molto spesso, negli ultimi anni hanno utilizzato queste risorse per interventi che poco hanno a che fare con la valorizzazione e la migliore fruizione dei siti stessi.
“Cambia la strategia regionale dei beni culturali in questo settore chiave della valorizzazione dei nostri siti e musei – afferma l’assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio – Non più sagre, cantanti o interventi che non valorizzino pienamente i nostri siti, ma attività unicamente al servizio dei visitatori che potranno essere realizzate direttamente dalle direzioni delle strutture culturali, le sole ad avere piena conoscenza delle effettive necessità dei luoghi. Il turista apprezza certamente anche la sagra, ma prima di tutto si aspetta di trovare le aree archeologiche pulite, i bagni in funzione e i musei gestiti secondo standard europei”.
L’affidamento delle risorse ai responsabili dei siti culturali non solo migliorerà i servizi, ma creerà anche un circuito virtuoso con un rapporto diretto tra la vendita dei biglietti e le risorse da investire sui beni culturali siciliani.
Il nuovo testo si rende necessario per sanare l’antinomia normativa venutasi a creare a seguito dell’approvazione, in sede della finanziaria 2016, di una norma che avrebbe dovuto abolire il controllo da parte del Dipartimento regionale dei Beni Culturali, introdotto dalla legge finanziaria 2015 sugli interventi proposti e realizzati dai Comuni con somme regionali. L’applicazione di questa norma ha fato emergere che i Comuni molto spesso hanno utilizzato per altri fini i proventi dei biglietti.