Governo abolisce soprintendenze, ma è un errore

Addio alle soprintendenze ai Beni culturali in Sicilia. Anzi, no. Un refuso all’articolo 14 della legge di stabilità regionale, approvata dal governo di Nello Musumeci, ma che ancora deve essere esaminata dalle commissioni parlamentari prima di arrivare nell’aula dell’Assemblea, ha creato il panico a Palazzo dei Normanni.

Letta la norma, il Pd aveva subito annunciato barricate, col capogruppo Giuseppe Lupo che ha chiamato in ballo l’assessore Vittorio Sgarbi. La polemica è arrivata anche sui social, con il parlamentare dem Antonello Cracolici che citando il movimento politico del governatore ‘Diventeràbellissima’ aveva ironizzato: “Senza soprintendenze la Sicilia ‘diventeràunfarwest’ “.

All’ANSA il capo di gabinetto dell’assessorato ai Beni culturali, Sergio Gelardi, chiarisce: “Si tratta solo di un refuso nella scrittura della norma: è stata citata la legge 80 del ’77 anziché la 116 del 1980, due leggi che fanno da riferimento per il settore. Nessuno ha mai pensato di abolire le soprintendenze – aggiunge Gelardi – sarebbe stato eversivo, è stato un errore. Abbiamo già concordato con l’assessore Sgarbi un emendamento per correggere il refuso”. L’intenzione del governo, spiega Gelardi, è quello di intervenire sui centri per il restauro e la catalogazione.

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