Grandi coppe d'argento dorato, preziose brocche, pissidi, e anche due grandi corna da elmo. Trafugato dalla Sicilia dove nel III secolo avanti Cristo era stato seppellito per nasconderlo al saccheggio dei soldati romani, venduto al Metropolitan di New York e infine restituito, si potrà ammirare per la prima volta a Roma, in mostra da domani a Palazzo Massimo, il favoloso tesoro di Morgantina. Nella capitale resterà fino al 23 maggio. Poi torneranno in Sicilia, a Palermo, dove dal 4 giugno saranno esposti al Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas.
Tesoro nel vero senso del termine, spiega l'ex soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, perché si tratta di 16 preziosi oggetti diversi per fattura e provenienza – che gli esperti giudicano però tra i più raffinati argenti ellenistici della Magna Grecia – che nella Morgantina assediata, era il 211 avanti Cristo, vennero raccolti in un sacco e seppelliti da qualcuno intenzionato a recuperarli a guerra finita. Rimasto sottoterra per oltre duemila anni, quel sacco pieno di meraviglie si salvò dai romani ma non dai tombaroli, che lo trovarono tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta e lo vendettero all'estero.