Il gigante ha partorito il topolino. Da oggi i turisti in visita nei musei siciliani potranno utilizzare anche bancomat e carte di credito per pagare il biglietto di ingresso. Sono dodici infatti i primi siti archeologici e i musei siciliani nei quali parte la sperimentazione con l’introduzione del Pos di UniCredit.
A Palermo sono San Giovanni degli Eremiti, la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis e il Chiostro di Monreale; nella provincia di Trapani il Parco archeologico di Segesta e il Parco Archeologico di Selinunte; ad Agrigento il Museo Archeologico; a Siracusa il Museo Archeologico Paolo Orsi e l’area archeologica della Neapolis; a Catania il Teatro Romano e Odeon; nella provincia di Enna il Museo della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina; infine, nella provincia di Messina il Teatro Antico di Taormina e il Museo di Isolabella.
“La collaborazione con UniCredit – ha dichiarato Pina Furnari, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana nel corso della conferenza stampa a Palazzo Abatellis – ci consente di modernizzare e rendere più sicuro ed efficiente il servizio di biglietteria presso i principali siti archeologici e museali della Sicilia. La dotazione di POS, resa possibile grazie anche al supporto tecnico dell’assessorato Economia, risponde ad una esigenza ormai diffusa dei visitatori, italiani e stranieri, e rappresenta solo l’inizio di un processo più ampio di miglioramento dei servizi al cittadino che interesserà gradualmente tutti i beni culturali gestiti dalla Regione Sicilia”.
“La collaborazione con la Regione Sicilia per modernizzare il servizio di biglietteria dei musei siciliani – ha sottolineato Giovanni Chelo, responsabile della Regionr Sicilia di UniCredit – è l’esempio concreto di come pubblico e privato possano lavorare insieme in modo proficuo ed ottenere risultati importanti nell’offerta dei servizi al cittadino. UniCredit è particolarmente attenta ai processi di innovazione tecnologica e al diffondersi dei canali alternativi all’uso del contante e guarda con favore a tutte quelle iniziative che possano contribuire a rendere più efficiente l’offerta turistica della regione”.
Una prima timida risposta alle richieste da anni avanzata dagli operatori turistici dello Skal International, della Fiavet, della Confesercenti e che sicuramente non è risolutiva dei tanti problemi che riguardano la gestione dei beni culturali in Sicilia, ma si spera possa segnare una inversione di tendenza verso una visione meno burocratica e più orientata verso il mercato.