La nuova vita di Eraclea Minoa: 300 mila euro per il restyling dell’area

Ormai da 30 anni uno dei teatri greci più affascinanti del Mediterraneo, quello di Eracla Minoa, è negato ai visitatori che si trovano di fronte un’intelaiatura assurda che non ha più alcuna ragione di esistere. Anche perché è diventata pericolosa: non soltanto non protegge più il teatro ma è diventata un rischio sia per i visitatori che per i custodi, visto che alcuni pannelli si sono staccati e sono stati scaraventati dal vento a diverse decine di metri di distanza. Bisogna quindi intervenire, e in fretta, ridisegnando il sito, rileggendolo anche come un tutto composito che guarda anche al lato green, al paesaggio vicino e al mare.

Eraclea Minoa fa parte dei 40 siti gestiti, valorizzati e salvaguardati dal Parco archeologico della Valle dei Templi che ha deciso di impegnare  circa 300 mila euro in attesa di lanciare il bando internazionale per il restauro completo dell’area archeologica. Che oltre al teatro greco, include anche un complesso di case del quartiere adiacente, con affreschi, mosaici e una delle cortine murarie tra le più interessanti della Sicilia occidentale.

“Il teatro greco di Eraclea Minoa è in un pessimo stato di conservazione – conferma il direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta -. Ma è soltanto il più evidente tra i problemi che affliggono l’intera area archeologica, oggetto di restauri che, nonostante le migliori intenzioni e le più audaci intuizioni progettuali, non hanno fatto altro che ledere la già delicata conservazione del sito. Purtroppo, in assenza di un progetto complessivo di musealizzazione-protezione, il teatro è rimasto sotto l’ombrello della copertura di cantiere che doveva essere un intervento-tampone per avviare i lavori e invece è ancora lì, dopo trent’anni. Oggi non è più possibile aspettare”.

Il Parco ha deciso quindi di intervenire. Un progetto che sarebbe già dovuto partire lo scorso febbraio, ma è stato ritardato dal primo lockdown. Se da un lato sono stati già sostituiti alcuni dei pannelli della copertura, mettendola in sicurezza – lavori costati 8.763 euro -, dall’altro il Parco è al lavoro, con CoopCulture concessionaria dei servizi aggiuntivi, per la sistemazione dell’intera area, la realizzazione dei nuovi bagni, il rifacimento delle biglietterie e dei desk di accesso, che verranno forniti di un bookshop e di una caffetteria con area ristoro (impegnati 170mila euro).

Inoltre, il Parco sta coinvolgendo i suoi archeologi per il completo riallestimento dell’Antiquarium che ospita reperti importanti, e per i nuovi materiali a supporto della visita. E siccome Eraclea Minoa gode di una posizione magnifica, affacciata sulla marna bianca che guarda il Mediterraneo, il progetto comprende anche l’allestimento di un percorso che condurrà ad un nuovo belvedere, da cui godere del panorama e, seguendo il sentiero, molto amato dagli sportivi, raggiungere la spiaggia sottostante. E, visto che Eraclea Minoa è ancora oggetto di scavi clandestini, con 35 mila euro si è anche provveduto al sistema di videosorveglianza dell’area, finora mai pensato o realizzato.

Questo nell’immediato, perché nel frattempo si sta procedendo ai rilievi fotogrammetrici, all’analisi e consistenza del terreno (studio di fattibilità progettuale del rilievo, ortofotopiano e 3D del teatro greco: 44.430 euro; analisi chimico – fisico e studio del microclima sul materiale lapidea del Teatro: 20 mila euro). Per definire al meglio di “progetto Eraclea”: non si può lanciare un bando internazionale, se prima non si conosce perfettamente lo stato del luogo, sopra e sotto. I tempi non sono lunghissimi: il bando doveva essere lanciato a maggio scorso, ma il Covid ha bloccato (e rimandato) la giornata internazionale di studi che doveva portare all’avvio dell’iter, dopo un confronto tra studiosi, archeologi, architetti paesaggisti, esperti di tecnologie per l’elaborazione di modelli 3D.

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