Mozia, nuove scoperte archeologiche sull’isola vicino Marsala

Il Cothon di Mozia non era porto ma vasca culto. Emersi anche insediamenti di epoca paleolitica

Nuove scoperte a Mozia dall'ultima campagna di scavi effettuata sull'isola che fu un'importante colonia fenicia tra l'VIII e il IV secolo a.C. Il "Cothon" di Mozia non sarebbe stato un porto, né un bacino di carenaggio scavato nell'immediato entroterra dell'isola collegato al mare da un canale lungo circa venti metri, ma una vasca adibita a funzioni di culto dove venivano effettuate abluzioni nell'ambito di cerimonie religiose. A confermarlo anche le fondamenta di un tempio semicircolare ("Temenon") attorno al bacino rettangolare con acqua di mare. Nel corso degli scavi, effettuati da un'equipe di studenti di archeologia dell'Università La Sapienza di Roma, sono inoltre emersi anche insediamenti di epoca paleolitica. Dunque, l'isola dello Stagnone di Marsala era abitata anche in epoca precedente alla colonizzazione fenicia.
Dal canto suo, invece, il professor Lorenzo Nigro afferma di avere scoperto la vera identità del personaggio raffigurato nella statua in marmo di fattura greca "Giovinetto in tunica", principale attrattiva turistica del Museo Whitaker di Mozia, esposta nel British Museum in occasione delle recenti Olimpiadi di Londra e che continuerà a viaggiare per il mondo ancora per circa un anno e mezzo, soprattutto negli Usa, dove rimarrà a lungo esposta al "Paul Getty Museum" di Malibù. L'identità del personaggio verrà rivelata oggi pomeriggio nel corso di una conferenza in programma nel complesso monumentale di San Pietro, a Marsala.

 

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