Palermo, chiude Museo Riso, la Regione: è una bufala

Dopo il Paolo Orsi di Siracusa è il museo siciliano più visitato

Poche righe su internet, firmate "La direzione", per annunciare che Palazzo Riso, il museo palermitano di arte contemporanea, sospende ogni attività. Il secondo museo più visitato della Sicilia (una media di 100 mila ingressi dal 2009), dopo il Paolo Orsi di Siracusa, chiude "per mancanza di certezze riguardo alle risorse comunitarie per il prossimo triennio", fondi sui quali la struttura aveva progettato la propria attività e presentato la documentazione necessaria per ottenerli.    "La mancanza di certezze impedisce di programmare iniziative, mostre, collaborazioni, se pur già previste e annunciate", aggiunge la nota. A questi problemi si aggiunge l'avvio del cantiere per edificare le strutture di sopraelevazione del museo, che ne impediranno l'apertura nei prossimi anni. "Siamo costretti – conclude la nota del museo diretto da Sergio Alessandro – per rispetto a quanti hanno costruito con noi, e hanno sostenuto, dal 2007 a oggi, un progetto e un modello di museo originale e partecipato, ad annunciare la chiusura di questa esperienza e la sospensione di ogni attività".
Immediatamente, però, arriva la smentita da parte della Regione. Prima del governatore Raffaele Lombardo, secondo cui "la chiusura del museo Riso è una bufala, una grande sciocchezza. Ho disposto una indagine, chi ha diffuso la notizia se ne assumerà le responsabilità", e poi quella dell'assessore regionale dei Beni culturali, Sebastiano Missineo. "La notizia – spiega – è destituita di fondamento. La Regione non ha nessuna intenzione di chiudere il museo. E' una presa di posizione incomprensibile – aggiunge Missineo – anche perché il dirigente responsabile di Palazzo Riso non ha il potere di chiudere il museo, né in assessorato sono mai arrivate note ufficiali riguardo a difficoltà di gestione della struttura. Per quanto riguarda i fondi regionali – conclude Missineo – negli anni scorsi e anche nel 2012, Palazzo Riso è il museo siciliano con il maggior stanziamento di fondi (490 mila euro). Quanto ai lavori, dureranno un anno o poco meno e non pregiudicheranno la fruizione del museo". Intanto, l'assessore conferma che per il museo regionale d'arte contemporanea si sta studiando l'ipotesi di una sua trasformazione in fondazione: "Ci stiamo lavorando – dice – e l'ipotesi è quella di farne una struttura sul modello della fondazione Orestiadi di Gibellina".

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