Quasi 300 mila visitatori alla Villa del Casale nel 2023

Crescono i visitatori alla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. Lo scorso anno sono state registrate 291.164 presenze con un incasso di poco superiore ai due milioni di euro. Sono stati quasi raggiunti i livelli pre-pandemici del 2019 e il dato è comunque in netta crescita rispetto agli anni immediatamente precedenti. Anche nei primi mesi del 2024 il dato risulta in aumento. Nel solo mese di febbraio, un periodo che normalmente vede un calo del flusso di visitatori, si è avuto un incremento di duemila unità rispetto all’anno precedente.

Risultati che fanno ben sperare per la stagione estiva ormai prossima anche perchè, a detta dell’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “la Villa non è afflitta dallo stato di degrado denunciato recentemente da alcuni organi di stampa.

“La struttura – ha spiegato l’assessore a margine del sopralluogo effettuato a Piazza Armerina nel sito patrimonio Unesco – è stata sottoposta a interventi di conservazione da parte di una ditta specializzata di rilievo nazionale, la Cooperativa Archeologia, di Firenze, con interventi di operatori mosaicisti, ovvero tecnici del restauro. Sebbene possano esserci aree soggette a lavori di manutenzione, questo non equivale a un generale stato di degrado dell’intero sito. Esistono certamente – continua Scarpinato – delle situazioni di criticità, comunque circoscritte e dovute a fattori contingenti, sulle quali l’attenzione è massima e si interviene costantemente. Per quanto attiene alla parte finanziaria si è proceduto a garantire la necessaria copertura, pari ad oltre 3 milioni di euro di fondi del ‘Piano di sviluppo e coesione 2014 – 2020’. A breve si avvierà la procedura di gara per il completamento del restauro dei mosaici e delle superfici decorate della Villa”.

La presenza di macchie biancastre sui mosaici, spiegano i tecnici dell’assessorato, è dovuta a un fenomeno di naturale traspirazione per l’umidità di risalita. La garzatura invece è una tecnica usata nel restauro e costituisce una forma di protezione in attesa dell’intervento definitivo che sarà fatto con il progetto di restauro in itinere. I ristagni d’acqua in questa stagione sono più evidenti a causa delle piogge e dell’umidità atmosferica. In ogni caso, riguardano una superficie a base cementizia, di età contemporanea, dove non sono presenti mosaici, e si sta procedendo con un intervento già programmato.

Il restauro prevede, nel dettaglio, il trattamento dei fenomeni di deterioramento di tipo biologico vegetale o algale al di sotto del manto musivo e all’interno di spanciamenti musivi; la ricollocazione delle tessere musive distaccate; consolidamento di strati profondi del mantello musivo e di intonaci deteriorati e decoesi; integrazioni cromatiche di lacune riconfigurate; distacco e strappo, con successiva idonea ricollocazione, delle superfici musive dal supporto originario deteriorato ove le problematiche legate alla migrazione di acqua abbia compromesso irrimediabilmente i supporti.

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