Palermo, Serpotta rivive con una mostra all’Oratorio dei Bianchi

Per la prima volta una mostra su Giacomo Serpotta e il suo tempo racconta e rivive lo straordinario connubio tra le arti figurative a Palermo nell’epoca felice tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Sono oltre cento le opere esposte fino all’1 ottobre nell’Oratorio dei Bianchi: stucchi, marmi, dipinti, avori, coralli, stampe e disegni provenienti da musei, chiese, collezioni private.

Il curatore Vincenzo Abate, studioso del collezionismo artistico siciliano e già direttore della galleria di palazzo Abatellis, ha impiegato un anno per mettere insieme le opere in base a un progetto che è partito dodici anni fa. La mostra è organizzata da Civita Sicilia e promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo.

Il percorso della mostra riserva il piano terra a Serpotta. E qui si ritrovano gli stucchi provenienti dalla chiesa delle Stimmate staccati prima della demolizione dell’edificio che fece posto al teatro Massimo. Il piano superiore della mostra ospita una preziosa raccolta di opere e di dipinti provenienti da edifici religiosi nei quali si coglie la direzione artistica che, nella seconda metà del Seicento, portò al superamento della cultura barocca con una svolta classicista di matrice romana.     In questo periodo l’arte si fa strada attraverso una nuova artistica innovativa che investe sia la progettazione di edifici sia la decorazione.

 

 

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