È un cantiere aperto al pubblico che, ogni venerdì mattina dalle 9 alle 13 nella bella cornice dell’Oratorio dei Bianchi di Palermo, potrà assistere ai lavori di restauro degli 8 arazzi fiamminghi della collezione di Marsala, previa prenotazione attraverso la App Youline. Un work in progress, che dovrebbe essere completato da pannelli esplicativi e materiale documentario.
“L’iniziativa – ha spiegato l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà – nasce per far conoscere da vicino i manufatti e per testimoniare la specializzazione dei tecnici addetti al recupero di queste preziose opere tessili che, dal 1589, appartengono alla Chiesa madre di Marsala”.
Gli otto arazzi fiamminghi che compongono la collezione di Marsala rappresentano un raro e pregevole esempio di arte tessile e pittorica della cultura europea del XVI secolo. Appartengono, sin dal 1589, al patrimonio della chiesa Madre di Marsala alla quale furono lasciati per testamento da Mons. Antonino Lombardo, già canonico della cattedrale di Mazara e arciprete di Marsala, di origine marsalese, cui erano stati donati dalla Corte spagnola.
Il restauro degli arazzi costituisce un brano di un progetto molto più ampio e di notevole respiro che prevede il recupero e l’adeguamento funzionale dell’eredità storico-culturale della Chiesa del Collegio di Marsala da trasformare in Museo degli Arazzi e del patrimonio tessile della Chiesa Madre. La Chiesa del Collegio dei Gesuiti dista poche centinaia di metri dall’attuale luogo di esposizione e dipende dalla Chiesa Madre, consentendo il rispetto delle volontà testamentarie. Il progetto prevede il completamento del restauro dei locali e l’allestimento della sala dove, oltre agli otto arazzi, troveranno sede anche antichi e preziosi paramenti sacri, dieci dei quali saranno soggetti a restauro. Costo dei lavori 110.000 euro, mentre il nuovo museo costerà poco più di 2 milioni e cinquecentomila euro.