Un mare di reperti nelle acque siciliane

Nel fondale di Filicudi scoperta nave romana: a Levanzo ritrovati elmi e anfore

Dal mare che circonda la Sicilia ancora oggi arrivano importanti reperti archeologici. Lo testimoniano gli ultimi ritrovamenti avvenuti a largo di Filicudi e Levanzo. 
A
42 metri di profondità nelle acque del porto di Filicudi, nell'arcipelago delle Eolie, ad esempio, un sub ha rinvenuto il relitto di una nave romana carica di 13 macine per il grano. Finora sono nove i relitti, di epoca greca e romana, trovati nell'area di Capro Graziano. Tra i più interessanti la sagoma del relitto "G" del V secolo a.C., ricoperta di sabbia, e quella della nave posacavi della Marina Militare "Città di Milano", colata a picco nel 1919 in seguito all'esplosione delle caldaie dopo un impatto con una secca. Nel tratto di mare, per il quale più volte è stato lanciato l'allarme saccheggio, sono anche visibili numerosi reperti archeologici tra cui anfore, vasellame e corredi.
Per non parlare dei ritrovamenti nelle acque delle Isole Egadi, al largo di Capo Grosso di Levanzo. Un elmo bronzeo, quattro anfore greco italiche e due rostri romani di bronzo e decorazioni di Vittoria alata e di elmo piumato sono il bilancio della campagna di ricerche Egadi 2013 che da alcuni anni riporta alla luce autentici brani di storia antica riguardante la Battaglia delle Egadi, che sancì la vittoria romana nella Prima Guerra Punica. I reperti sono stati rinvenuti a circa 80 metri di profondità. E altri ancora attendono negli abissi dell'arcipelago.Le ricerche sono state condotte da un team italo americano composto da Sebastiano Tusa.

 

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