“Palermo soffre turisticamente di un biennio negativo. Anche il 2014, infatti, ha chiuso con un calo negli arrivi e nelle presenze turistiche rispettivamente di 2,6 e 6,7 punti percentuali, in controtendenza rispetto al trend positivo della regione, che ha chiuso il 2014 con un +8.8% negli arrivi turistici e un +6% nelle presenze. Ma se la provincia ha performato poco, la città di Palermo vanta una ripresa turistica, soprattutto nei confronti del target internazionale”. I dati sono stati illustrati da Vincenzo Tumminello, presidente del Sicilia Convention Bureau, durante la nona tappa del roadshow organizzato dal Sicilia Convention Bureau e condiviso dalla Regione Sicilia, che in dieci tappe tocca la Sicilia per favorire l’incontro e il dialogo tra operatori turistici-congressuali e istituzioni locali, dall’entroterra ennese alle Isole Eolie.
Nell’offerta turistica palermitana è il comparto extralberghiero ad attrarre flussi crescenti di domanda, come dimostra il +12% con cui si è chiuso lo scorso anno, a fronte di un calo del comparto alberghiero che continua ad assorbire, però, l’88% del movimento turistico provinciale. Se il 17% della consistenza ricettiva regionale è basata nella provincia di Palermo, la presenza di soli due esercizi 5 stelle, a fronte degli 11 su Taormina, richiede l’adeguamento dell’offerta ricettiva della destinazione per proporsi verso una clientela di fascia alta e il segmento lusso.
Rimane forte la stagionalità della destinazione, che registra il picco turistico nel mese di agosto, con un appiattimento della curva di domanda da novembre a marzo. Una politica turistica più orientata alla valorizzazione degli eventi potrebbe essere la chiave di volta per superare la debolezza stagionale, potenziando il comparto mice.
“Il 2014 si è rivelato un anno significativo per il congressuale siciliano, nonostante le criticità della destinazione, a partire dai deboli collegamenti aerei con mercati target importanti e la scarsa competitività sul fronte prezzi di cui la Sicilia risente nell’arena internazionale – ha aggiunto Tumminello – la crescita del 61% nel numero di eventi registrati ci rende soddisfatti della partecipazione degli operatori della filiera alla raccolta e mappatura degli eventi siciliani di cui siamo promotori. Ancora la strada da percorrere è lunga e alcune mete siciliane sono meno rappresentate di altre nel quadro generale dell’isola, le province di Enna e Caltanissetta stanno ancora nelle retrovie, mentre Catania e Palermo guidano le fila congressuali siciliane, ma il rinnovato interesse verso il settore manifestato anche dall’assessorato regionale al Turismo ci rende fiduciosi di una svolta sempre più vicina”.
I dati contenuti nell’Osservatorio Congressuale Siciliano 2014 fanno riferimento a 111 aziende siciliane che parlano di 1.095 eventi confermati e 580 richieste di eventi poi non confermati.
La sede prevalentemente scelta per lo svolgimento degli eventi resta il meeting hotel (78%), con il 34% della committenza italiana mentre il settore merceologico medico/scientifico (27%) continua a rappresentare il più significativo target di domanda.
Maggio (21%), giugno e ottobre (15%) assorbono il maggior numero di richieste per eventi nel 2014, in controtendenza rispetto alla destagionalizzazione registrata l’anno prima. Se il 26% e il 23% circa dell’indotto generato è ricaduto rispettivamente sull’area di Catania e Palermo, è Agrigento la ‘più ricca’, con un assorbimento del 30% dell’indotto siciliano generato dal congressuale 2014.