Il turismo congressuale non riesce a decollare ad Agrigento. "Ci siamo mossi circa un anno fa – spiega l'assessore provinciale al Turismo, Angelo Biondi – con un workshop a cui hanno preso parte importanti operatori del settore, i quali sono rimasti colpiti positivamente dalle nostre strutture alberghiere. Inoltre il Palacongressi si è dimostrato una struttura importante per convegni di grandi dimensioni, il più grande in Sicilia con 1000 posti a sedere. L'interesse reale c'è stato negli incontri con i nostri operatori locali che hanno dimostrato che sono in grado di fare offerte vantaggiosissime. Purtroppo però nonostante l'impegno, il turismo non è stato incrementato. E il motivo era già emerso durante i colloqui. Per questo tipo di eventi servono infatti collegamenti veloci e non avere un collegamento rapido con i principali aeroporti siciliani crea dei limiti. Per quanto riguarda l'aeroporto progettato dalla Provincia, siamo in attesa della variante urbanistica del consiglio comunale di Licata. Poi si passerà al bando pubblico".
Ma il problema non è soltanto questo. Da settimane infatti il Palacongressi del Villaggio Mosé è chiuso per problemi burocratici legati alla sicurezza, nonostante le rassicurazioni del sindaco Marco Zambuto che ha parlato di chiusura temporanea.
"Per fare turismo congressuale – spiega Gaetano Pendolino amministratore del distretto turistico Valle dei Templi – occorrono collegamenti veloci. Un congressista vuole l'aeroporto a non più di un ora e mezza, mentre noi oggi siamo lontani circa tre ore. Poi abbiamo il problema che i professionisti che giungono in questi congressi cercano una zona dove sia possibile una facilità di movimento. Mentre il Villaggio Mosé è in una zona inaccessibile, con disordine strutturale, di insegne, e con strade colabrodo. Noi abbiamo tentato più volte tempo fa con il consorzio turistico Valle dei Templi, ma le distanze dell'aeroporto ed il contesto non consentono di avere un appeal necessario. Al contrario, ad esempio, di Taormina".