Mice/2: tariffe alte e trasporti difficili penalizzano la Sicilia

Il congressuale in Sicilia si concentra soprattutto a Catania (31%), Palermo (29%),  Agrigento (23%) e Taormina (7%). Le altre province siciliane presentano numeri decisamente inferiori, anche se si rileva un incremento per la provincia di Siracusa nella quale da 7 eventi del 2012 si è passati a 25 nel 2013. Sono i dati che emergono dai dati dell'Osservatorio Congressuale Siciliano 2013, realizzato da Sicilia Convention Bureau in collaborazione con UniCredit.
Secondo la ricerca, le location predilette sono meeting hotel (438), sedi pubbliche e istituzionali (65), resort congressuali (47), centri congressi e strutture fieristiche con numeri assai inferiori.
La provenienza geografica della committenza dell'evento conferma come per il 2012 l'Italia al primo posto (523), seguita da Germania (15), Usa (12), Belgio (6), e altri stati europei.
La tipologia degli eventi vede una prevalenza di meeting aziendali (30,37%), seguita da congressi (16,44%), conferenze (7,55%), presentazione e lancio di prodotti (7,21%), viaggio incentive (7,21%), meeting associativo (6,21%), eventi sportivi (1,85%), convention (7,72%) e altre tipologie (13,59%). Il settore merceologico prevalente è quello medico/scientifico (24%).
Ma l'Osservatorio Congressuale del Sicilia Convention Bureau analizza anche gli eventi non confermati: nel 2013 su 443 eventi negativi, solo su 216 eventi è stata indicata la motivazione per la quale la Sicilia non è stata scelta come destinazione. Le motivazioni più ricorrenti sono: tariffe più alte rispetto alle aspettative del cliente 7,4%, mancanza di collegamenti diretti 5,1% e indisponibilità delle strutture nelle date richieste 5,1%.

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