“Siamo in presenza di una palese contraddizione da parte delle Province Regionali che, legittimamente, chiedono autonomia nel settore del turismo ma nei fatti avallano l’istituzione di un organismo intermedio turistico andando in controtendenza a quanto avviene in Italia”. Lo afferma Saverio Panzica, funzionario dell’Aapit di Palermo, nella lettera inviata a sicilia.travelnostp.com. “Non si capisce – continua Panzica – perché le Province Regionali Siciliane, nell’ottica del decentramento turistico non chiedano le competenze turistiche, già delle Aapit, sulle professioni turistiche e sulle agenzie di viaggi che con leggi regionali: la 27/1996 e la 8/2004, sono state assegnate all’Assessorato Regionale al Turismo. E’ davvero anacronistico – ribadisce ancora il funzionario – che la Regione Siciliana non riesca ad emanare un testo unico sulle normative turistiche come è avvenuto in altre regioni”. A tal proposito Panzica precisa nella lettera quanto segue: “Le norme relative alle agenzie di viaggi risalgono al Regio Decreto legislativo 2523/1937;
i parametri di classifica per le strutture turistico ricettive sono scaduti; il decreto legge 7/2007, sebbene debba essere convertito in legge, tende a liberalizzare le professioni turistiche di guide e corrieri ma, richiamando l’art. 7 della Legge 135/2001, rimanda alle regioni una revisione della materia; non esiste decreto attuativo per definire l’ittiturismo (ospitalità nelle abitazioni dei pescatori); non esistono normative che regolano le dimore storiche, importante segmento ricettivo per un turismo di nicchia, che, considerato l’immenso patrimonio immobiliare di residenze storiche in Sicilia andrebbe attenzionato con grande interesse; si parla con grande interesse del turismo congressuale ma non esiste nella Regione Sicilia una norma specifica. E infine – si domanda e conclude Panzica – che fine hanno fatto il Consiglio Regionale per il Turismo, i distretti ed i servizi turistici?”