Sugli aerei si mangia male e secondo la logica del “mangiar veloce”. Inoltre, il rapporto qualità prezzo delle pietanze è sproporzionato a discapito della varietà e tipicità degli alimenti. A tracciare un quadro generale sulla qualità del cibo servito sugli aerei e negli aeroporti italiani l’Accademia italiana della cucina che ieri a Palermo ha organizzato il convegno nazionale “Mangiare al volo”. “Si mangia male – dice Giuseppe Dell’Osso, presidente dell’Accademia – velocemente e senza alcuna attenzione per la tipicità regionale o nazionale della cucina. Si sta perdendo del tutto la cultura dell’identità enogastronomica: si punta troppo sulla logica del fast food quando si dovrebbe pensare, invece, in termini di slow food”. Per Carmelo Calì, presidente regionale della Sicilia della Confconsumatori “il servizio scadente del cibo è causato anche dalle società che per aggiudicarsi l’appalto della gestione della ristorazione negli aeroporti e sugli aerei giocano al ribasso per poi ‘recuperare’ vendendo a prezzi alti cibo scadente. Bisognerebbe, quindi, innanzitutto intensificare i controlli in questo ‘anello della catena’ e non permettere eccessivi ribassi”. Per Antonio Ravidà, delegato della sezione Palermo Mondello dell’Accademia italiana della cucina, che ha promosso l’iniziativa, “dobbiamo esportare anche tramite gli aerei la nostra cultura enogastronomica”.