Antonio Carito: la pandemia ci sta obbligando a resettare modo di fare turismo

“Una certa tipologia di turismo subirà naturalmente una frenata, sto parlando dell’overtourism, il turismo di massa indiscriminato perchè saranno altre forme di turismo, quelle che trasmettono sicurezza e serenità, oltre a dare la possibilità di sostare e assorbire l’anima del luogo in ogni sua essenza, troveranno ampi spazi nel post pandemia”. Lo ha detto Antonio Carito, pioniere del  turismo e patron di Utac Viaggi intervenendo alla maratona di 11 ore di travelnostop.com dal titolo “ASPETTANDO IL 2021… DIAMO UN CALCIO AL 2020”, ancora visibile sulla nostra pagina facebook.

“Non possiamo trasformare i nostri centri storici in Disneyland – ha aggiunto – abbiamo un patrimonio che va preservato, le masse di turisti provocano un’invasione che snatura il messaggio che vuole trasmettere. Ed è giusto chiedersi come gestire il nostro patrimonio, altrimenti fra poco il Belpaese diventerà enorme un parco giochi, e invece siamo qualcosa di molto di più che va valorizzato e deve essere usufruito al meglio. Basta orde barbariche che invadono le nostre città. Spesso tante amministrazioni hanno fatto l’errore di inseguire i numeri anche perchè turismo risponde a connotazioni economiche, bisogna avere ritorno economico e occupazione. Ma adesso si deve cambiare rotta: il turismo va veicolato attraverso determinati canali e strutture E’ giusto – ha sottolineato – che il turista paghi per ammirare il nostro patrimonio fatto di musei e chiese, è corretto far pagare i biglietti di ingresso, introdurre il sistema delle prenotazioni per regolamentare il flusso turistico. Anzi dobbiamo continuare sulla strada di incentivare i flussi turistici in determinate stagioni, incentiviamo i flussi turistici della terza età, composto anche da quelle che sono le persone più rispettose dei luoghi. Ma non sono scelte che vanno fatte da un singolo assessore, serve una strategia di sistema, occorre investire in infrastrutture, in personale professionalmente preparato, e quindi nelle scuole, che invece sono troppe staccate dal mondo reale, e ancora rivedere i corsi di formazione. Dobbiamo resettare tutto perchè la crisi generata da questa pandemia sta mettendo in luce crisi e problematiche già latenti. Ora invece la pandemia ci obbliga al fare, a cambiare la nostra prospettiva, magari ripartiamo cambiando”, ha concluso.

editore:

This website uses cookies.