Un inno alla Sicilia, alla Cultura, al Turismo. E' il contenuto della lettera aperta di Pino Caruso che accenna anche all'importanza di destinare investimenti alla cultura e al turismo in un momento in cui l'Isola boccheggia.
E che si chiude con una speranza: "Suggerisco di diffondere in tutte le agenzie di viaggio internazionali questo invito: ‘Venite a Palermo d'inverno: troverete la primavera'."
"So che alcuni alberghi, a Palermo, d'inverno chiudono – scrive Caruso – è un effetto insensato. L'inverno è la stagione nella quale, a Palermo, il turismo può e deve avere un'attività più intensa dell'estate; Palermo non deve vendere l'estate (l'estate ce l'hanno anche in Svezia) deve vendere l'inverno: la nostra città vanta un clima mite e, in certi giorni, anche dolce (di cui forse i palermitani non si rendono conto perché si sono assuefatti). Se ci pensiamo bene, l'inverno (l'inverno vero) a Palermo non esiste: è un'invenzione di noi palermitani; in realtà abbiamo un clima invidiabile, che dobbiamo offrire a chi viene a trovarci, anzi meglio: dobbiamo venderglielo. Se ne avvantaggerebbero tutti i settori di lavoro della città: alberghi, ristoranti, trattorie, negozi di ogni genere, caffè, pizzerie, artigiani, eccetera; l'afflusso di turisti è afflusso di denaro. Tanto ovvio, quanto vero.
Certo non dobbiamo offrire solo il clima; bisognerà inventarsi convegni, attività culturali, mostre, congressi, festival, manifestazioni, insomma, che si affermino subito e che durino negli anni; che attirino il mondo nella nostra città, nella nostra terra. Spoleto (che è un piccolo centro) vive solo di cultura: il suo festival. Possiamo farlo anche noi. Dobbiamo farlo. Mettiamo in moto la fantasia".
"La Sicilia – aggiunge ancora Caruso – ha una grande industria, importante, grandiosa e insostituibile, ed è l'industria della cultura e del turismo; un'industria di cui possediamo una materia prima che nessuno potrà toglierci: la bellezza dei luoghi e il clima. Una fabbrica di automobili si può trasferire altrove (vedi la Fiat in America), Monte Pellegrino, la Zisa, il Duomo di Monreale, Mondello, risultano intrasferibili. Chi li vuol vedere, deve venire in Sicilia. E venire in Sicilia, comporta, da parte di chi ci viene, spendere in Sicilia. Il che consentirebbe all'economia di ripartire e renderebbe necessaria la creazione di posti di lavoro in tutti i settori. Destinare risorse alla cultura e all'economia non è una spesa, ma un investimento proficuo che porterebbe guadagno e guadagno immediato. Senza contare – conclude l'attore palermitano – i benefici che porterebbe alla socialità, alla società, al livello civile e persino politico di un paese".