Le città alla prova tra rigenerazione urbana, attrattività turistica e sviluppo commercio

Come le città si sono trasformate per rispondere alle sfide di comemrcio e turismo è stato uno dei temi affrontati nel corso del webinar dal titolo “Commercio e Turismo alla prova della crisi. Strategie di resilienza”, che si è svolto in occasione della Notte europea della Geografia | Geonight ed è stato organizzato dall’Associazione Artù.

“I ritmi della città – ha spiegato Caterina Cirelli dell’Università di Catania aprendo i lavori introdotti da Girolamo Cusimano dell’Università di Palermo – sono plasmati da commercio e consumo che hanno un ruolo strategico sul piano economico, sociale e territoriale delle città. Oggi con la pandemia ci mancano alcune funzioni delle nostre città che nel tempo si sono modificate e hanno ridisegnato gli scenari urbani. Da tempo registriamo la crisi del commercio, spinta anche dalla diffusione dell’e-commerce. Una crisi che ha investito il tessuto delle  città e ha portato alla nascita di centri commerciali e outlet e come contraltare ha avuto pure lo sviluppo della ‘shopping experience’ puntando sulle pratiche di consumo alternativo, ristorazione e artigianato creativo e che ha portato a riconfigurazione di spazi urbani e suburbani. Nel contempo i centri storici hanno cercato di contrastare la crescita extraurbana con forme di resilienza legate a rigenerazione urbana e quindi gentrification e la cosidettafoodification, un’incalzante commercializzazione del cibo che ha invaso le nostre città, e dunque dei dehors che non sempre rispettano le specificità delle città”.

Vincenzo Asero dell’Università di Catania ha posto l’accento sulla riapertura del turismo post-pandemia, legata inevitabilmente a una caduta delle presenze turistiche internazionali e contestualmente a una ripresa del turismo domestico nella prima fase che sarà quello che garantirà migliore sicurezza e per il quale servono strategie ben definite, possibilmente di lungo periodo.

Carmelo Maria Porto dell’Università di Messina ha introdotto l’esperienza di Maria Carmela e Angelica Sciacca che nel 2011 a Catania hanno fondato la Libreria Vicolo Stretto di appena 23 mq, e che dunque vanta il titolo di più piccola d’Italia, e che poi hanno anche rilevato la Prampolini, la più antica della Sicilia essendo sorta nel 1894. Di interesse anche l’intervento di Lucia Vento titolare di Opuntia.Putia, piccola bottega di Messina che punta tutto sul fatto a mano e fatto in Sicilia facendo rete con altre realtà simili.

Infine è interventuto Paolo Petralia, assessore al Comune di Palermo, che ha sottolineato la centralità dei centri storici nell’ottica della ripresa, con Palermo che in questi ultimi anni ha puntato pesatemente sul centro storico, quando invece un cambio di marcia sulle periferie rappresenterebbe la grande sfida. L’assessore ha anche anticipaato il progetto di rigenerazione urbana in due piazze di Palermo in cui far coesistere arte, verde, digitale e decoro urbano anche in ottica turistica per sostenere la cultura undergrond della città, sulla falsariga dell’esperimento sulla fruibilità degli spazi già avviato dal Borgo Strafalè. “L’intervento sull’estetica urbana dei centri storici – ha concluso – comporta un salto di qualità e permette anche di superare il partenariato pubblico-privato a vantaggio dell’imprenditore e del fruitore”. Quindi un cenno anche al south-working come modello incoming studiato per lo smartworker che ha bisogno di lavorare in un ufficio lontano dal suo luogo di lavoro abituale.

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