Si chiama Mitchell Proner ed è l'avvocato del grande studio newyorkese che ha azionato la class action contro la Costa per il naufragio della Concordia davanti al Tribunale di Miami. E potrebbe essere proprio lui la causa dei guai futuri di Costa. Secondo Proner, infatti, a fronte degli 11mila euro di risarcimento per ogni naufrago concordati tra la Costa e alcune associazioni di consumatori italiane, la compagnia dovrebbe pagare un conto molto più salato: 460 milioni di dollari (10 di risarcimento e 450 punitivi) solo per i primi sei passeggeri. Il 16 e il 17 marzo Proner sarà a Palermo, per partecipare come relatore al V seminario "La tutela dei consumatori e del mercato", organizzato dall'Università degli Studi di Palermo e dallo Studio legale Palmigiano.
Durante la prima giornata dei lavori nella sede della presidenza della Regione siciliana di via Magliocco – nella sessione dedicata al turismo e al trasporto – Proner illustrerà le basi giuridiche sulle quali è stata incardinata la class action e quali sono le aspettative, comparando il sistema risarcitorio americano con quello italiano.
Sul caso Costa, è stata un'associazione, in collaborazione con gli studi americani Proner & Proner e Napoli Bern Ripka Shkolnik LLP, a invitare i passeggeri della Concordia a ricorrere al Tribunale di Miami, in virtù del fatto che Carnival, il gruppo di cui fa parte Costa Crociere, ha sede in Florida. "La vicenda è complessa – dice l'avvocato Alessandro Palmigiano, esperto in diritto civile e fra gli organizzatori dell'evento – in quanto bisogna vedere se effettivamente, come sostengono gli avvocati americani, per la sciagura del Giglio è competente il Tribunale di Miami (in Italia la legislazione sulle class action è molto diversa da quella Usa e molto meno insidiosa per le aziende) e bisogna analizzare i profili di responsabilità, regolati da una variegata gamma di disposizioni internazionali ma anche nazionali".