Confiscato l’impero all’ex patron di Valtur. Ma gli eredi di Patti annunciano ricorso

Carmelo Patti, patron della Valtur e imprenditore venuto su dal nulla morto nel 2016 a 82 anni, aveva costruito un patrimonio valutato un miliardo e mezzo facendo affari con la mafia. Anzi con Matteo Messina Denaro. Ora arriva l’ordine di confisca per l’impero economico lasciato alla moglie e ai tre figli: si tratta della più pesante misura antimafia della storia giudiziaria italiana come si può constatare scorrendo il provvedimento di 446 pagine del tribunale di Trapani che sottrae alla famiglia Patti tre resort turistici, beni della vecchia Valtur ora in amministrazione straordinaria per un forte indebitamento, le quote di 25 società (qualcuna leader nel settore del cablaggio automobilistico), un’imbarcazione, terreni e immobili in giro per l’Italia, in Marocco e in Tunisia.

Tra i pezzi pregiati confiscati ci sono i resort di Punta Fanfalo (Favignana), Isola Capo Rizzuto (Crotone) e Kamarina (Ragusa). Ma la società Kamarina Resort, per il 78% in mano alla famiglia olandese Den Dekker, ha escluso che la struttura possa essere sequestrata o confiscata perché “non ha nulla a che spartire” con gli eredi di Patti.

Patti era un giovane muratore che a Castelvetrano faceva la fame. Lui stesso dirà che con il padre non aveva neanche i soldi per sopravvivere. Poi il trasferimento a Robbio (Pavia) e l’inizio di un’attività di vendita di cablaggi elettrici per auto. In breve la sua “Cablelettra” divenne una multinazionale con filiali in Italia e nel mondo. Nel 1997 il grande salto imprenditoriale con l’acquisto della Valtur e dei suoi villaggi vacanza. Tre anni dopo, quando l’impero di Patti supera i 5 miliardi di euro, comincia una complessa vicenda giudiziaria con accuse di collusioni che arrivano da almeno tre pentiti: Angelo Siino il “ministro dei lavori pubblici” di Cosa nostra, Antonino Giuffré e Giovanni Ingrasciotta. Ma a far precipitare tutto sono le indagini su evasioni fiscali e su rapporti opachi con aziende “cartiere” che avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti: un sistema di solito utilizzato per creare fondi in nero. Eppure l’ex patron della Valtur non ha mai subito una condanna. Anzi per le accuse più serie è stato perfino assolto dal tribunale di Marsala e dalla corte d’appello di Palermo. Per questo i suoi legali ora preannunciano ricorsi in ogni sede”. Fino alla corte europea dei diritti dell’uomo.

editore:

This website uses cookies.