Da Taormina parte la protesta degli stagionali contro la Naspi

Non si ferma la battaglia per la modifica della Naspi portata avanti dalla Fisascat Cisl con la raccolta firme effettuata la scorsa estate a Taormina e nel resto della Sicilia. L’iniziativa a difesa dei diritti dei lavoratori stagionali sta riscuotendo interesse anche a Sorrento, dove è in corso di svolgimento una protesta contro gli attuali termini della riforma che modifica il periodo lavorativo che consente l’accesso all’indennità di disoccupazione.

Nel comprensorio di Taormina sono state raccolte oltre 5 mila firme consegnate al Ministro del Lavoro Poletti dal segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò, insieme a, segretario regionale aggiunto Pancrazio Di Leo e dal segretario generale della Fisascat Cisl Messina, Salvatore D’Agostino. Intanto Fisascat Cisl vuole rilanciare la proposta di un Patto d’Area per il commercio, turismo e servizi in attesa di sviluppi nel polo turistico ionico.

“Siamo ancora in attesa – ha affermato Pancrazio Di Leo, segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl Sicilia – L’obiettivo rimane quello di regolamentare il mercato del lavoro e dare regole certe e le necessarie garanzie ai tanti lavoratori che, nella nostra zona sono circa diecimila, sia nel comparto alberghiero che quello del commercio, vivono troppo spesso nel limbo dell’incertezza circa la probabilità di essere assunti e poi confermati negli anni avvenire, ed in oggetto poi anche alla durata dei contratti a termine che determina l’opportunità di accesso all’indennità di disoccupazione.

Il Patto d’Area – ha aggiunto – appare, quindi, lo strumento in grado di disciplinare la situazione e determinare regole ben precise nelle dinamiche di accesso al mondo del lavoro e nelle logiche di sviluppo turistico, economico e commerciale del territorio”.

Tra i punti sui quali si concentra l’attenzione della proposta vi sono la regolamentazione degli orari di impiego nelle attività commerciali e ricettive, l’erogazione quindi dei servizi a favore delle aziende e dei lavoratori, la tutela occupazionale, la formazione e riqualificazione professionale.

Inoltre, si ipotizza la ricollocazione del personale, prevedendo quote di riserva nel personale da occupare, di lavoratori fuorusciti dal mercato del lavoro del medesimo settore di attività o da altre aziende con personale riqualificato che operano nel territorio dello stesso Comune e/o dei comuni aderenti al patto nella misura del 40%. La stessa quota di riserva dovrebbe anche essere applicata dalle aziende di nuova apertura sul territorio dello stesso Comune e/o dei comuni aderenti al patto o da quelle già esistenti.

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