Dalle rovine allo sviluppo architettonico: la sperimentazione passa dal territorio etneo

I ruderi urbani di Catania e della sua provincia possono rinascere a nuova vita restituendo alle città spazi, sviluppo e bellezza. E’ quanto hanno dimostrato i circa cento tra giovani studenti, laureati, tutor, professionisti locali affermati e grandi architetti di livello nazionale e internazionale, che hanno partecipato al workshop internazionale “Aretè – Abitare le rovine”.

Per esempio, il progetto per il Teatro Bellini di Acireale propone di rimuovere la struttura interna in calcestruzzo e lavorare sull’involucro della sala e di allargare il progetto ad altri quattro vicini teatri storici dismessi (quelli comunali di Linguaglossa, Giarre, Adrano e Riposto), al fine di costituire un sistema turistico culturale (Le vie dei teatri).

Per Santa Maria La Vetere di Militello Val di Catania si punta a ricostituire l’assetto volumetrico e i corretti rapporti percettivi e di fruizione, tra gli spazi interni del complesso ecclesiastico e le aree circostanti, interessate dalla presenza di architetture rupestri e zone di scavo archeologico.

Inoltre, per la galleria ferroviaria di Acireale è stata proposta la riqualificazione della ferrovia dismessa attraverso un museo ciclabile, strutturato lungo il percorso esistente del tracciato.    

Infine, il progetto dell’Eremo del rifugio di Caltagirone si ispira al “conza lemmi”, una figura di artigiano, ormai scomparsa, che riparava le ceramiche rotte.

 

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