Enna, dissequestrata la ‘statio’ di Aidone

Dopo 10 anni di battaglie legali la Soprintendenza riprenderà gli scavi

Dopo dieci anni di battaglie legali il tribunale di Enna ha disposto il dissequestro dell’area archeologica che si trova nell’invaso di Pietrarossa, vicino Aidone. Entro l’anno la soprintendenza di Enna riprenderà la campagna di scavi nel sito e il recupero della “Statio Capitoniana”, la stazione di posta devastata dai lavori per la costruzione della diga costata 190 miliardi di lire, in gran parte spesi dopo la scoperta del sito archeologico e il decreto di vincolo emanato nel ’97 dalla Regione. Nel ’90, dopo il rinvenimento di importanti reperti archeologici che avevano confermato la presenza di un sito, i lavori per la costruzione dell’invaso erano stati fermati. Erano poi ripresi e andati avanti a singhiozzo fino al ’97, quando l’intera area, compreso il sito archeologico, venne sequestrata dalla magistratura di Enna. Il tribunale ha adesso disposto il dissequestro della “Statio” per consentire alla soprintendenza di Enna l’avvio della campagna di scavi e la messa in sicurezza dei resti della stazione di posta che sorgeva sulla via Antonina, importante itinerario di epoca romana, interrotto proprio dai lavori per l’invaso, mai ultimato.

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