Guide turistiche, parla il presidente di Palermo

Pubblichiamo la risposta di Masaniello alla lettera di Angela Gaetani

Si accende il dibattito sullo status delle guide turistiche siciliane dopo la pubblicazione di ieri su  sicilia.travelnostop.com della lettera di Angela Gaetani, guida turistica di Agrigento. Giovanni Masaniello, presidente Guide Associate di Palermo, in una lettera inviata alla redazione di travelnostop.com, intende precisa in particolare due punti. Innanzitutto “le guide turistiche provenienti da un paese membro della Ue posso esercitare la professione di guida turistica su tutto il territorio nazionale in modo occasionale e non continuato. Secondo quanto previsto dalle norme di libera circolazione delle arti e delle professioni dovrebbero comunicare alle autorità del nostro Paese quando saranno presenti in Italia per accompagnare i gruppi di visitatori provenienti dal loro Paese”. Inoltre, “se volessero esercitare stabilmente nel nostro Paese debbono presentare istanza alla Presidenza del Consiglio Dipartimento del Turismo e farsi riconoscere il titolo professionale nel nostro Paese, relativamente alla regione e/o provincia dove vogliono esercitare la professione. Il riconoscimento avviene tramite esame o tirocinio che dimostrano la perfetta conoscenza della località”. “Purtroppo – continua Masaniello – viviamo in un Paese e in una Regione governati da una classe politica famelica, dedita a programmare i propri affari dimenticando quelle che sono le risorse del paese (anche le guide turistiche, lo sono). La Conferenza Stato Regioni da mesi dovrebbe riunirsi per determinare il criterio di occasionalità (una volta, due, massimo tre?). In altri casi viene meno l’occasionalità e si diventa evasori fiscali…!!!! Infine non è veritiero l’assunto che le guide turistiche di altri paesi possano esercitare in tutte le località turistiche italiane, se il governo centrale e per quanto ci riguarda la Regione Siciliana non provvederanno con circolare a regolare tutto secondo legge, a noi professionisti del turismo non rimane altro che avvalerci della class action e chiedere il dovuto risarcimento alla Stato Italiano e alla Regione Siciliana”.
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