Un albergo su tre non ha ancora versato i soldi della tassa di soggiorno al Comune di Palermo e la metà dei B&B non è in regola con i pagamenti. In pratica, dei 345 soggetti che avrebbero dovuto versare regolarmente l’imposta, lo hanno fatto solo in 190, ovvero il 55%. La denuncia arriva dalle pagine di livesicilia.it dal consigliere comunale del Pd Salvo Alotta. Secondo i dati raccolti aggiornati al 23 ottobre, nei primi tre trimestri del 2015 sono stati versati nelle casse del Comune 1.272.766,82 euro, una cifra di gran lunga inferiore rispetto a quanto dovrebbe essere.
Gli alberghi, ad esempio, sono 70 e da soli valgono 1,15 milioni, praticamente il 90% dell’incassato. Ebbene, di questi ben 23 strutture non hanno versato la tassa di soggiorno relativa al terzo semestre, ossia l’estate. In 17 casi manca all’appello anche il secondo semestre e in 7 perfino il primo. Due hanno comunicato di aver cessato l’attività anche se risultano ancora aperti, quattro sono stati già multati l’anno scorso.
Su 207 B&B ne risultano non in regola 102: alcuni sono presumibilmente chiusi, altri hanno già ricevuto sanzioni lo scorso anno. Sono morosi 7 case vacanze su 16, 17 affittacamere su 34, 1 case per ferie su 6, 1 residenza turistica su 7, 2 ostelli su 3 e 1 un campeggio su 2.
“Il bilancio di previsione del 2015, che il consiglio deve ancora approvare – dice Alotta – prevede un incasso di 1,5 milioni di euro per l’anno in corso, a cui bisogna aggiungere i 320 mila euro circa dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Peccato però che l’amministrazione abbia già deciso come investire i proventi: 900 mila euro l’anno per tre anni per Manifesta 2018 e un milione per risanare i conti del Teatro Massimo e del Teatro Biondo. Non resta nulla, in pratica, per il decoro o per la destagionalizzazione del turismo”.
“Per quanto riguarda gli alberghi, non abbiamo ancora i dati ufficiali – dice Nicola Farruggio di Federalberghi – ma tranne per qualche ritardo le somme vengono versate al Comune. Gli alberghi hanno però presentato dei progetti senza ricevere il rimborso delle somme da parte dell’amministrazione, il 10% previsto dal regolamento. Chiediamo inoltre che ci sia una progettualità condivisa che eviti che le risorse confluiscano in capitoli diversi che non siano quelli del turismo”.