Il villaggio Marsa Siclà non c'entra con il traffico di rifiuti. E' il sunto delle motivazioni rese note la scorsa settimana dalla Cassazione, che lo scorso luglio ha disposto il dissequestro del villaggio turistico di Sampieri, cui erano stati apposti i sigilli assieme all'altra struttura ricettiva Baia Samuele (ancora sotto sequestro) nell'ambito dell'inchiesta sul traffico di rifiuti coordinata dalla Dda etnea. Dalle motivazioni addotte dai giudici si evince che il villaggio turistico di Sampieri sarebbe estraneo all'oggetto dell'inchiesta.
"Non si riesce a comprendere, secondo le motivazioni dell'ordinanza impugnata, come il residence Marsa Siclà possa essere strumento di siffatto traffico. I magistrati romani, infatti, ritengono che l´ordinanza non fornisce elementi sui quali possa dirsi integrato il fumus… tenuto conto che avanti al Tribunale del Riesame di Catania vi era espressa menzione del provvedimento di dissequestro dell'impresa di trasporto dei liquami, Buscema di Modica, circostanza che assume, nella fattispecie, importanza fondamentale". Questo il passaggio fondamentale con il quale la Corte di Cassazione, con sentenza dello scorso 16 luglio e le cui motivazioni sono state depositate la scorsa settimana, ha accolto il ricorso discusso dall'avvocato Giorgio Floridia, annullando gli atti del gip e del tribunale del riesame di Catania, disponendo il dissequestro e la conseguente restituzione della struttura di Sampieri ai legittimi proprietari. La struttura aveva riaperto i battenti i primi di agosto, seppure a scartamento ridotto.