Miccichè: cercare investitori esteri per il turismo siciliano

“Arrivare alle Eolie da Milano può volere dire anche impiegare otto ore e cambiare più di un mezzo di trasporto. Tanto vale scegliere Miami: il trasferimento dura lo stesso tempo e basta solo un aereo”. La provocazione è di Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa Sanpaolo, trasferitosi ormai più di trent’anni fa da Palermno che, intervistato dal Giornale di Sicilia, parla anche di turismo.

Secondo Miccichè, infatti, “lo sviluppo del turismo passa sicuramente dal miglioramento delle infrastrutture: aeroporti, porti (soprattutto per diportisti), strade ma anche da cose più modeste: per esempio un coordinamento che permetta di arrivare da Berlino a Lipari in un tempo ragionevole, senza dover passare ore nelle sale d’attesa”.

E poi Miccichè svela la sua ricetta se si trovasse al posto di Rosario Crocetta. “Prenderei la valigia e andrei in giro a cercare capitali italiani e stranieri interessati a investire in Sicilia. Un presidente di Regione che gira il mondo per promuovere gli investimenti in Sicilia non c’è mai stato”.

Tanto basta puntare su turismo e agroalimentare. “Alberghi come Villa Igiea, il San Domenico, Le Palme sono gioielli unici al mondo. È davvero incredibile che non ci sia la corsa per sostituire la vecchia proprietà con un gruppo finanziariamente forte in grado di imprimere un salto di qualità all’industria del turismo. Villa Igiea ha una location impareggiabile: Monte Pellegrino, il mare, le isole all’orizzonte. Le grandi multinazionali del settore dovrebbero fare a gara per averlo in portafoglio. Il problema è che l’imprenditore che investe deve avere la certezza di poter completare i suoi progetti nei tempi e nei modi che ha previsto. Una burocrazia amica dell’impresa vale di più di qualunque contributo pubblico”.

 

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