Sciopero balneari: ombrelloni aperti a Mondello e chiusi alla Plaia

Ombrelloni aperti nelle spiagge del palermitano. Non si sono registrate proteste negli stabilimenti balneari di Mondello e Isola delle Femmine. Lo sciopero simbolico di due ore, con la chiusura degli ombrelloni, non si è visto, ma il malumore serpeggia tra i gestori dei lidi. Alcuni non hanno potuto incrociare le braccia perché le spiagge e gli spazi in gestione sono comunali e devono garantire l’apertura.

Alessandro Cilano, presidente di Fiba Confesercenti Sicilia, una delle sigle che ha indetto lo sciopero, chiede che il governo “approvi una legge che dia stabilità al settore”. “Probabilmente – dice Cilano – se avessimo indetto la chiusura degli stabilimenti a inizio stagione, garantendo i soli servizi alla balneazione, forse avremmo ottenuto più ascolto dal governo. Non è una questione di concorrenza, come vogliono farci credere – spiega Cilano – si tratta della sostituzione di persone, e con noi le nostre aziende. E’ chiaro che gli stabilimenti, per il volume di affari che muovono, interessano a tanti, ma in questa maniera si demolisce il lavoro di decenni di tante famiglie”.

A Isola delle femmine, altro tratto del litorale del palermitano, di sciopero nemmeno se ne parla. Contattati al telefono, gli stabilimenti lavorano a pieno ritmo e i grandi parasole sono aperti a più non posso.

Ombrelloni aperti anche a Giardini Naxos e a Taormina, con quale eccezione a Mazzarò, ma non all’Isolabella, e nel siracusano; chiusi alla Plaia di Catania, nell’agrigentino e Mazara del Vallo.

“La sensibilizzazione, non sciopero né più propriamente serrata, ha avuto i suoi effetti – afferma Ignazio Ragusa, presidente regionale dei gestori dei lidi di Confcommercio Sicilia – a Catania l’adesione è stata massiccia, così come in altre zone dell’isola. Ci siamo sentiti abbandonati in questi mesi. Adesso il governo nazionale ha dato alcuni segnali avviando un’interlocuzione. Alla luce di questo nuovo dialogo aperto le altre tappe previste sono state sospese. Era prevista nella seconda decade di agosto una serrata di sei ore e poi a fine agosto ai primi di settembre altre manifestazioni. Queste tappe sono state sospese alla luce di quanto ha espresso il governo nazionale. Le gare non le vogliamo, ma le dobbiamo subire – aggiunge Ragusa – abbiamo chiesto al governo che si tenga conto di quanto fatto fino a oggi, dei servizi resi in questi anni. Chiediamo che il passato abbia valore rappresentante di Confcommercio – In questi giorni abbiamo sensibilizzato la clientela spiegando i motivi di questa manifestazione nazionale. La risoluzione di questo problema è nazionale visto che il tema è la concorrenza. I Comuni e le Regioni hanno difficoltà perché ci vogliono linee univoche che non ci sono. Questo chiediamo per dare regole certe al settore”.

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