Scarpinato: non mi dimetto perché non ho colpe

“Se qualcuno ha pensato che mi potessi dimettere si è sbagliato di grosso: non ne ho intenzione. Non ho alcuna colpa rispetto a una procedura di finanziamento predisposta nella scorsa legislatura, quando non era neppure immaginabile che potessi fare l’assessore nel nuovo governo”. Lo dice all’ANSA, l’assessore al Turismo della Regione siciliana, Francesco Scarpinato, rompendo il silenzio in cui si era chiuso per lo scandalo Cannes e i 3,7 milioni di euro concessi alla società lussemburghese Absolute Blue Sa per l’evento “Sicily Woman and Cinema” revocati in autotutela su richiesta del governatore Renato Schifani.

Scarpinato racconta di “avere vissuto giornate tremende”. “Ho sofferto non per me, io sono un militare e so come affrontare le situazioni più difficili – dice – ma per la mia famiglia e in particolare per i miei figli. Leggere i messaggi che mi ha inviato mia figlia preoccupata per me mi fa stringere il cuore”. E spiega perché ha atteso tanto prima di parlare pubblicamente. “Ho raccolto documenti e approfondito la vicenda poiché il provvedimento della dirigenza mi fu sottoposto appena sette giorni dopo il mio insediamento da assessore – afferma -. Essendo un provvedimento fatto dal precedente governo, mi sono limitato a prenderne visione, chiedendo comunque di aggiornarmi”. Il caso esplose il 5 gennaio. “Da quel giorno ho cercato di ricostruire tutto – prosegue – E quando ho avuto contezza delle procedure ho informato il partito, che come me ha atteso di avere contezza di tutto prima di prendere posizione, come ha fatto ora con la nota firmata dai dirigenti siciliani di FdI e dai 13 deputati dell’Assemblea regionale”.

Immediata la replica del presidente della Regione Renato Schifani alle affermazioni dell’assessore circa la circostanza che sarebbe stato lui a chiedere l’atto ispettivo: “Siamo su scherzi a parte? La mia richiesta di verifica della vicenda da parte dell’avvocatura, una volta venuto a conoscenza dei fatti, è stata del tutto autonoma e tempestiva e risponde ad una una doverosa esigenza di accertare la legittimità degli atti prodotti”.

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