Il Ponte sullo stretto torna ancora a far discutere. Da sempre favorevole all’opera, il presidente della Regione Nello Musumeci approfitta di un durissimo scontro col ministro Danilo Toninelli per lanciare il guanto di sfida al M5s: “Facciamo un referendum, deciderà il popolo se fare l’opera oppure no”. Una replica secca al ministro che alla fine del suo mini-tour per alcuni cantieri in Sicilia, aveva detto: “Come si fa a parlare di Ponte sullo Stretto quando poi non ci si può muovere all’interno dell’isola”.
“Prima risolviamo i problemi in Sicilia, poi eventualmente parliamo di Ponte che penso oggi interessi ben poco i siciliani che non si possono spostare” osservava il ministro, secondo cui parlarne adesso è “offensivo”.
Ma Musumeci non ci sta: “Offensivo? Non glielo consentiamo a casa nostra”. E rilancia: “Prende sempre più consistenza l’ipotesi di indire un referendum tra i siciliani per capire se quest’opera, che non esclude la riqualificazione e il potenziamento della rete infrastrutturale dell’isola, sia realmente condivisa oppure no”.
A difesa del ministro arriva il gruppo parlamentare del M5s: “Un referendum? Cosa volete che dicano i siciliani: non ci sono strade, secondo voi i cittadini vogliono il Ponte o le strade?”.
L’idea della consultazione piace all’ex assessore al Turismo nel governo Crocetta, Anthony Barbagallo del Pd: “Facciamolo presto ed evitiamo futili strumentalizzazioni – afferma il deputato dem –. È un’opera fondamentale per il Mezzogiorno”.
Aldilà del Ponte, alla fine della visita di Toninelli in Sicilia, sono volate parole pesanti dall’una e dall’altra parte. Musumeci ha accusato Toninelli di comportarsi come “un galoppino elettorale” facendo passerelle in Sicilia sostenendo che “dal governo nazionale non è arrivato neppure 1 euro per le infrastrutture” e che i cantieri aperti nell’isola sono opera del pressing fatto dalla Regione nei confronti di Rfi e Anas, quest’ultima “tiene inspiegabilmente nel portafoglio 2 miliardi di euro”. Risponde a tono Giancarlo Cancelleri, vice presidente dell’Assemblea siciliana: “Musumeci dovrebbe avere maggiore rispetto per le istituzioni, non siamo più disposti ad avere come presidente della Regione un galoppino della menzogna”.