L’aumento dei contagi sembra rendere inevitabile il passaggio della Sicilia alla zona gialla. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, non si fa illusioni: “Potremmo esserlo in qualunque momento, i parametri sono ai limiti”. Ma poi, nel corso del tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti a Palazzo d’Orleans, a Palermo, dà atto ai siciliani di avere rispettato le norme di sicurezza e sottolinea che “aumentano le prime dosi di vaccino: c’è un opera di conversione da parte di chi sembrava irriducibile”.
Il governatore lancia anche un appello ai siciliani, affinché “evitino che a Capodanno si faccia l’errore del 2020 che poi ci ha costretti a restare in zona rossa per oltre un mese. Serve prudenza, mai come in questo caso”. “Siamo convinti non di restare in zona bianca, perché nessuna regione in Italia lo sarà purtroppo, ma di potere contenere la diffusione del virus – ha continuato – e tutti i problemi che questa comporterebbe cominciando dalla chiusura delle attività economiche: non ce lo possiamo permettere”.
Intanto l’ultima ordinanza firmata ieri sera da Musumeci ha disposto la proroga dell’efficacia di alcune misure adottate in precedenza, tra le quali quelle che prevedono l’esecuzione di un tampone in porti e aeroporti dell’Isola per chi arriva dai seguenti Stati: Malta, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Usa, Germania, Regno Unito, Sudafrica, Botswana, Hong Kong, Israele, Egitto e Turchia.
A Palermo il sindaco Leoluca Orlando firma due ordinanze per scoraggiare gli assembramenti in centro, soprattutto nei luoghi della movida. Il primo provvedimento vieta in alcuni giorni di gennaio la vendita di bevande in bottiglie di vetro o in contenitori che possono minacciare l’incolumità delle persone; la seconda, valida fino a tutto marzo ma soltanto per alcune date, vieta la circolazione di pedoni e mezzi in alcune aree qualora si verifichino situazione di sovraffollamento.