Siti chiusi e monumenti nel degrado: l’allarme delle guide turistiche

Erbacce, incuria, chiese e monumenti chiusi, zecche e spiagge sporche. Ecco come si presenta la Sicilia ai turisti. E così le guide turistiche scendono in campo contro il degrado. “Siamo costretti a inventarci uno sciopero a settimana per giustificare il degrado di monumenti e musei davanti ai turisti”, dice Tiziana Marchetti a Repubblica Palermo. “Basti pensare che non riesco più nemmeno a individuare i consueti percorsi all’interno dell’area archeologica di Selinunte a causa dell’erba alta e dell’incuria. Adesso c’è pure l’emergenza cani randagi e qualche turista è terrorizzato dalla presenza di pulci e zecche”.

Ma è allarme anche a Taormina. “Nei giorni scorsi – spiega Ernesto Fichera, presidente provinciale delle Guide turistiche di Messina a Repubblica – ci siamo accorti della presenza di escrementi umani nell’area del Teatro greco. Non sappiamo se sia stato qualche vandalo, ma certo è inaccettabile. La direzione del parco fa quel che può, ma un sito che accoglie 600mila visitatori all’anno non può ridursi in questo stato”. 

Intanto la Flai Cgil siciliana dice “sì” all’idea di utilizzare i forestali per ripulire i siti archeologici. Chiede però al governo regionale “di conoscere le risorse economiche che si intendono mettere a disposizione del progetto e di fugare la preoccupazione che queste vengano sottrarre alla normale manutenzione dei boschi e alle attività antincendio”.

La Flai rileva che “nel 2013 per pulire la sola zona archeologica della Neapolis, a Siracusa, furono spesi 240 milioni, mentre adesso sono stati messi a disposizione dell’azienda forestale solo 100 mila euro”. “Noi chiediamo – afferma Tripi – di sapere intanto se si intende provvedere a
tutte le aree archeologiche della Sicilia. Poi di predisporre i progetti con i relativi finanziamenti”. 

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